chasing_medea: (Default)
2020-02-20 07:35 pm
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night theatre

Titolo: Night theatre
Fandom: Promare
Prompt/missione: teatro/omegaverse/texting
Parole: 880
Rating: safe

Lio con un sospiro di sollievo si distese a letto, tra le lenzuola fresche e appena cambiate dopo una settimana di calore. Tirò fuori da sotto il cuscino il suo libro e riprese la lettura da dove l'aveva interrotta una settimana prima.
Sul comodino accanto al letto il suo cellulare vibrò.
- Finito il calore? gli chiedeva Galo.
Erano giorni che non si sentivano. Non si sentivano mai durante i calori. Lio chiudeva il telefono a chiave nel cassetto della scrivania per il timore che avrebbe mandato all'Alpha messaggi disperati e imbarazzanti, vanificando ogni suo tentativo di tenere nascosta quella stupida cotta. Già faceva fatica a comportarsi normalmente da quando aveva cominciato a sognare di essere avvolto nel suo odore durante i suoi calori.
Rispose affermativamente al messaggio e appoggiò nuovamente di lato il telefono, pronto a tornare alla sua lettura. Il telefono vibrò di nuovo, Lio sbuffò e lo riprese.
- Ho trovato un altro posto da farti vedere!!
Galo aveva presto scoperto che Lio aveva passato la maggior parte della sua vita a nascondersi nei bassifondi della città per non essere catturato come burnish, da quel giorno si era incaricato di portarlo in giro e fargli scoprire le bellezze che la città offriva. La maggior parte delle volte l'ispirazione sui luoghi da visitare gli veniva di notte, però, e Lio si trovava il telefono intasato di messaggi che indicavano posto da visitare insieme ancora prima che avesse il tempo di rispondere al primo.
- Non avevamo detto che smettevi di scrivermi in piena notte per queste cose?
- Sono a malapena le 11!!

Lio sospirò tra sé.Sapeva per esperienza che era inutile cercare di fuggire quando Galo si metteva in testa che dovevano andare da qualche parte.
- Domani andiamo.
- Dobbiamo andare adesso!!!!
Metteva sempre troppi punti esclamativi quell’uomo.
- Perche?!
Lo vedrai. Sono da te tra un quarto d’ora.
- Aspetta!
L’ultimo suo messaggio non ricevette risposta e dopo dieci minuti Lio si rassegnò, lasciò controvoglia il suo letto e si vestì. Un quarto d’ora dopo esatto era sotto il suo appartamento. Sentì avvicinarsi il rumore della moto di Galo, poi la vide comparire da dietro l’angolo. Senza neanche spegnere la moto, Galo gli porse un casco e Lio salì dietro di lui e strinse le braccia intorno a lui. Era ancora sensibile per il suo calore e da quella distanza poteva sentire l’odore di menta dell’altro avvolgerlo. Appoggiò la testa alla sua schiena e si rilassò contro di lui.
Non si rese conto di dove stessero andando. Solo quando Galo fermò la moto si rese conto che erano entrati nella zona rossa della città, quella rimasta maggiormente danneggiata dal loro combattimento contro Gray e nella quale i lavori di ricostruzione non erano ancora terminati.
Galo spense la moto e lo aiutò a scendere, cominciò a camminare fino a una recinzione e la percorse fino a trovare un’apertura. La attraversarono e camminarono fino a raggiungere quella che sembrava la porta sul retro di un edificio. Galo spinse con la spalla sulla porta, fino a che quella si aprì cigolando, prese la mano di Lio e cominciò a guidarlo all’interno, attraverso corridoi labirintici.
“Si può sapere dove siamo?”, provò a chiedere Lio. La sua voce rimbombava nei corridoi vuoti.
“Lo vedrai tra poco”
Continuò a trascinare Lio con passo sicuro, fino ad arrivare a una zona improvvisamente più aperta. Lio riusciva a sentire lo scricchiolio del legno sotto i suoi piedi, c’era odore di polvere e detriti.
Galo lo condusse un po’ più avanti sulla piattaforma, più o meno verso il centro, ipotizzò Lio, e gli lasciò la mano. Sentì i suoi passi allontanarsi e poi lo sentì armeggiare con qualcosa di metallico.
“Serve una mano?”, chiese.
“Tutto sotto controllo. Tu resta lì!”
Dopo un po’ Lio sentì un suono elettrico e a poco a poco le luci cominciarono ad accendersi e rischiarare l’ambiente intorno a lui. La vista che si trovò davanti gli mozzò il fiato in gola.
Era un teatro. Non ne aveva mai visto uno.
I sedili della platea erano rossi, alzando lo sguardo le gallerie erano interamente color dell’oro, riccamente intarsiate in ghirigori complessi e con tendaggi rossi che pendevano, ma il vero pezzo forte era il soffitto. Era interamente affrescato, con motivi geometrici blu e oro, al centro pendeva un grande lampadario di cristallo che brillava nella fioca luce dell’ambiente.
“L’abbiamo trovato qualche giorno fa. E’ ancora pericolante e non l’hanno ancora potuto riaprire”, gli disse Galo avvicinandosi nuovamente a lui.
“E’...”, non riuscì a completare la frase, con gli occhi ancora spalancati mentre cercavano di assorbire tutto quello che stava vedendo.
“Gray era appassionato di opera, lo ha fatto costruire seguendo i modelli degli antichi teatri europei sembra”.
Lio si voltò verso di lui, rendendosi conto solo in quel momento di quanto fosse vicino. Teneva lo sguardo fisso su di lui, la testa abbassata sfiorava quasi quella di Lio, il suo odore lo circondava. In silenzio continuarono a fissarsi. Era l’idiota con cui aveva salvato il mondo, era il ragazzo che si era autoinvitato nella sua vita e aveva deciso di fargli recuperare tutto ciò che si era perso fino a quel momento. Il calore riempì il petto di Lio, dandogli coraggio.
Non era male come scenario, pensò tra sè mentre si alzava sulle punte per chiudere le distanze.