let it burn
Mar. 1st, 2023 02:52 pmTitolo: let it burn
Fandom: My Hero Academia
Missione: M2 --carboni ardenti
Parole: 1145
Rating: safe
Il campo estivo era arrivato all'ultima sera. Dopo il disastro del primo anno e il secondo anno passato a ricostruire la città distrutta, essere riusciti ad arrivare alla fine di quel campo senza incidenti mortali sembrava incredibile.
La classe 3-A era riunita intorno al fuoco. Le fiamme avevano cominciato a perdere intensità, tra poco non sarebbero rimaste che le braci, ma nessuno lo aveva ravvivato e, allo stesso tempo, nessuno aveva accennato ad alzarsi per andare finalmente a dormire, quasi ci fosse un desiderio unico in tutti di prolungare quanto più possibile l'esperienza – una delle poche normali esperienze da liceali che erano riusciti a fare nel corso di quei tre anni, e proprio adesso che stavano per finire e loro si sarebbero separati, ognuno per andare per la sua strada.
"Ehi, Todoroki," cominciò Kaminari. "Tu che sei resistente al fuoco saresti capace di fare quella cosa di camminare sui carboni ardenti."
La domanda risvegliò l'interesse delle persone intorno a Kaminari e, a poco a poco, si espanse come increspature nell'acqua a tutta la classe.
Shoto ci rifletté per un momento, non ricordava di averlo mai fatto, ma in effetti la sua pelle aveva una maggiore resistenza alle ustioni rispetto a quella degli altri. "Non lo so," rispose. "Ma possiamo provare."
Iida scattò in piedi, in quanto capoclasse non poteva accettare che un suo compagno di classe rischiasse di farsi male. Midoriya sembrava allo stesso tempo preoccupato e curioso. Shoto guardò Kaminari mortificato, avrebbe voluto soddisfare la curiosità dell'amico, ma con l'opposizione del capoclasse non era possibile: Iida lo avrebbe trascinato di peso via di lì se fosse stato necessario, non c'erano dubbi al riguardo.
"Forse puoi provare su un dito della mano?" propose Midoriya. Con la sua storia, non era poi così sorprendente che considerasse una cosa da niente sacrificare un dito, e anche a Shoto sembrò un compromesso accettabile. Guardò Iida per conferma. Aveva la stessa espressione che ogni tanto appariva sul viso di Aizawa, quella che ricordava un padre rassegnato e esasperato davanti alle bravate dei figli, ma non si oppose
Shoto annuì e si avvicinò alle braci, in quei punti in cui il fuoco si era già estinto.
"Forse potresti provare con entrambe le mani?" suggerì Midoriya. Per vedere se il tuo lato freddo è caldo reagiscono diversamente?" Aveva già pronto in mano il suo quaderno degli appunti e il viso corrucciato in un'espressione concentrata. Borbotta tra sé, ma ormai ci erano tutti così abituati che nessuno ci faceva più caso.
Shoto appoggiò un dito della mano destra e uno della mano sinistra sulle braci ancora incandescenti. Non sentì nulla, "Non è così male," disse. "La sinistra non sente quasi nulla," disse per soddisfare la curiosità di Midoriya. "La destra invece sente di più il calore." Midoriya chinò subito la testa per scrivere.
In effetti l'esperimento era curioso anche per lui, non aveva mai considerato quanto la sua pelle influisse e fosse influenzata dai suoi quirk – considerando la storia di sui fratello Davi forse avrebbe dovuto farsele prima quelle domande.
Kaminari si era avvicinato a lui e guardava con attenzione rapita le dita di Shoto che affondavano nelle braci, intorno a loro si era riunito un capanello di altri compagni di classe altrettanto curiosi.
Più passavano i secondi più il calore si insinuava sotto la pelle, la sua mano sinistra sentiva un leggero fastidio, mentre la destra cominciava a bruciare.
"Quanto a lungo puoi resistere?" Chiese Kaminari. "E quanto sono effettivamente calde le braci?"
Kaminari provò a mettere un dito accanto a quello di Shoto, ma la sua mano fu spazzata via con un colpo secco da un'altra mano.
Bakugou si era allontanato un momento, ma adesso era tornato. "Non vi si può lasciare soli un momento," mormorò.
Con un gesto altrettanto secco afferrò Shoto per il polso e lo trascinò via dal fuoco, via dal gruppo, fino alla fontanella dall'altro lato del cortile. Shoto faticava a stargli dietro.
Bakugou aprì l'acqua e gli ficcò entrambe le man sotto il getto fresco. Poi lo trascinò dentro casa fino al dormitorio dei ragazzi. Lo fece sedere sul suo futon e prese un tubetto di pomata dalla sua valigia prima di tornare da lui.
Gentilmente, prese un po' di prodotto e lo applicò sulla punta delle dita di Shoto. Per tutto il tempo continuò a borbottare sulla stupidità di Kaminari che si era fritto il cervello con il suo stupido quirk, sulla stupidità dello stupido Deku, sulla stupidità di Todoroki che faceva cose stupide.
"Si può sapere perché gli sei andato dietro?"
"Era un esperimento."
"Un esperimento," ripetè Bakugou, basito. Tirò fuori anche delle bende, le imbevve di pomata e le avvolse intorno alle dita di Shoto. In realtà non faceva male, l'acqua fresca era stata più che sufficiente per alleviare la leggera sensazione di calore che ancora sentiva sotto la pelle, ma Shoto non voleva interrompere quel contatto gentile.
Era strano, Shoto non aveva mai pensato che Bakugou potesse muoversi con tanta delicatezza. Eleganza, sì – per quanto i suoi movimenti sembrassero bruschi, avevano un'eleganza profonda, tale che Shoto non si sarebbe sorpreso se Bakugou avesse confessato di aver studiato danza o qualcosa di simile. E Shoto non sapeva nemmeno che le sue mani fossero così morbide. Tra il suo quirk e il fatto che cucinasse, Shoto aveva sempre immaginato che le sue mani fossero ruvide.
…aveva immaginato le mani di Bakugou? Sì, lo aveva fatto più di una volta. E aveva immaginato anche come potessero essere le sue labbra. E si rese conto in quel momento di non averlo mai fatto con nessun altro dei suoi amici. E forse non era poi così normale immaginare come fossero le labbra dei suoi amici in generale.
Si ricordò di una cosa che gli aveva chiesto Uraraka, qualche tempo prima, una sera che Kaminari e Sero avevano trovato il modo di far entrare di soppiatto delle birre nel dormitorio: "Secondo te le labbra di Izuku sono morbide?" Poi era arrossita come se le fosse scoppiato qualcosa sottopelle e si era nascosta il viso tra le mani.
Shoto non aveva capito la domanda, all'epoca – era lì che aveva cominciato a farsi quella stessa domanda su Bakugou? –, ma tutti nel dormitorio sapevano dei sentimenti di Uraraka per Midoriya, anche Shoto che di queste cose non capiva niente.
E Shoto allora collegò i puntini. Un calore nuovo si impossessò di lui, si sentiva il volto in fiamme.
"Che ti prende adesso?" chiese Bakugou brusco, ma il tocco delle sue mani restò delicato.
Shoto voleva nascondersi il viso bollente tra le mani, ma erano impegnate e non voleva interrompere quel contatto. Abbassò la testa e lasciò che i capelli ormai lunghi gli nascondessero il viso. Scosse la testa.
Il calore che sentiva adesso invadergli il corpo non aveva nulla a che fare con quello dei carboni ardenti.