Titolo: Uno
Fandom: Haikyuu
Parole: 737
Prompt: uno
Yachi entra nella palestra tenendo sulle braccia una scatola di cartone. Subito Yamaguchi interrompe il suo allenamento per andarle incontro e liberarla dal peso.
- Tutto pronto? -, le chiede posando la scatola in terra.
- Tutto pronto -, annuisce la ragazza. Si è fatta crescere i capelli nel corso dei due anni precedenti e la coda alta in cui li tiene raccolti le colpisce la nuca.
- Tutti qui! -, chiama Yamaguchi rialzandosi.
Il resto della squadra interrompe gli allenamenti e li raggiunge, disponendosi in un semicerchio ordinato intorno a loro.
Yachi si inginocchia e apre lentamente il coperchio della scatola, quelli del primo anno si sporgono in avanti per sbirciarne il contenuto e spalancano gli occhi meravigliati quando si rendono conto di che cosa si tratta.
Profumate e stirate, di un nero brillante, le maglie del Karasuno incontrano per la prima volta i nuovi membri.
Yamaguchi sorride davanti alle loro espressioni, ricordando come stesse lui la prima volta che aveva afferrato quella maglia con mani tremanti. Una punta di orgoglio lo colpisce: se quei ragazzi sono così emozionati è anche perché sono riusciti a rendere nuovamente il Karasuno un colosso, e Yamaguchi sa di avere avuto un ruolo in quel processo.
Sorride e comincia a distribuire le uniformi. In qualità di capitano è toccato a lui scegliere i numeri di maglia.
La scatola si svuota a poco a poco, rimane una sola uniforme sul fondo.
La sua.
Quella che non pensava avrebbe mai indossato.
La maglia con il grosso numero 1 stampato sul petto sembra già troppo grande per lui.
Tutti gli altri hanno aperto le loro maglie e le stanno provando, ma Yamaguchi è ancora fermo accanto alla scatola con le mani che tremano e non riesce a convincersi ad afferrare quella maglia.
Come può, lui, essere capitano? È stata una decisione unanime, ma questo non significa che lui si senta in grado di farlo.
Come può fare per quelli del primo e del secondo anno quello che i capitani precedenti hanno fatto per lui?
Tsukki, l’unico a non avere aperto la sua maglia per provarla, continua a bere a piccoli sorsi dalla borraccia gialla e lancia brevi occhiate in direzione di Yamaguchi.
- Tu non sei Sawamura né Ennoshita -, gli dice prima di allontanarsi.
Il primo istinto di Yamaguchi è quello di abbassare la testa e incassarla nelle spalle.
Lo sa, sa perfettamente di non essere come loro.
Yachi gli si avvicina, senza dire nulla gli mette una mano sulla spalla. Yamaguchi alza lo sguardo perso verso di lei, - Come faccio? -
- Come hai sempre fatto. Avendo paura, ma andando avanti lo stesso -
Se c’è qualcuno in grado di capire cosa significhi essere paralizzato dalla paura quella è proprio Yachi. Yamaguchi porta una mano sopra la sua e gliela stringe.
- Sai meglio di chiunque altro cosa significhi entrare in campo paralizzati dalla paura -, continua Yachi guardando in basso verso di lui con un sorriso dolce. - E sai meglio di chiunque altro cosa vuol dire lavorare duramente solo per entrare in campo -.
Yamaguchi annuisce deciso, le mani tremano ancora, ma le allunga a sollevare la maglia. Si prende un momento per guardarla prima di indossarla.
Yachi è accanto a lui. Davanti a lui Hinata e Kageysma sono alla sua sinistra, Tsukishima alla sua destra, sono leggermente rivolti verso di lui.
Tsukishima ha un leggero sorriso sulle labbra, appena accennato, cerca di nasconderlo tirando su sul naso gli occhiali.
Yamaguchi capisce adesso cosa volesse dire. Lui non è Sawamura, non è Ennoshita, ma questo non vuol dire che non possa trovare il modo di lottare - proprio come ha fatto in campo. E quel numero uno sulla schiena non significa che sia da solo.
Le mani smettono di tremare è un sorriso incerto compare sul suo viso.
Hinata gli sorride apertamente, - Capitano! -
Kageyama, accanto a lui, sorride appena, con lo sguardo di chi è pronto a conquistare il mondo e aspetti solo il permesso di Yamaguchi per farlo.
Yamaguchi fa un passo avanti e si allinea a loro.
Guardano la palestra davanti a loro, il pavimento arancione riflette la luce del sole al tramonto che penetra dalle grosse finestre.
I loro compagni hanno fatto tanti per farli sentire a loro agio in quel luogo, lì hanno aiutati a superare i loro limiti dentro e fuori dal campo.
Adesso tocca a loro.
Adesso tocca a lui.
Fandom: Haikyuu
Parole: 737
Prompt: uno
Yachi entra nella palestra tenendo sulle braccia una scatola di cartone. Subito Yamaguchi interrompe il suo allenamento per andarle incontro e liberarla dal peso.
- Tutto pronto? -, le chiede posando la scatola in terra.
- Tutto pronto -, annuisce la ragazza. Si è fatta crescere i capelli nel corso dei due anni precedenti e la coda alta in cui li tiene raccolti le colpisce la nuca.
- Tutti qui! -, chiama Yamaguchi rialzandosi.
Il resto della squadra interrompe gli allenamenti e li raggiunge, disponendosi in un semicerchio ordinato intorno a loro.
Yachi si inginocchia e apre lentamente il coperchio della scatola, quelli del primo anno si sporgono in avanti per sbirciarne il contenuto e spalancano gli occhi meravigliati quando si rendono conto di che cosa si tratta.
Profumate e stirate, di un nero brillante, le maglie del Karasuno incontrano per la prima volta i nuovi membri.
Yamaguchi sorride davanti alle loro espressioni, ricordando come stesse lui la prima volta che aveva afferrato quella maglia con mani tremanti. Una punta di orgoglio lo colpisce: se quei ragazzi sono così emozionati è anche perché sono riusciti a rendere nuovamente il Karasuno un colosso, e Yamaguchi sa di avere avuto un ruolo in quel processo.
Sorride e comincia a distribuire le uniformi. In qualità di capitano è toccato a lui scegliere i numeri di maglia.
La scatola si svuota a poco a poco, rimane una sola uniforme sul fondo.
La sua.
Quella che non pensava avrebbe mai indossato.
La maglia con il grosso numero 1 stampato sul petto sembra già troppo grande per lui.
Tutti gli altri hanno aperto le loro maglie e le stanno provando, ma Yamaguchi è ancora fermo accanto alla scatola con le mani che tremano e non riesce a convincersi ad afferrare quella maglia.
Come può, lui, essere capitano? È stata una decisione unanime, ma questo non significa che lui si senta in grado di farlo.
Come può fare per quelli del primo e del secondo anno quello che i capitani precedenti hanno fatto per lui?
Tsukki, l’unico a non avere aperto la sua maglia per provarla, continua a bere a piccoli sorsi dalla borraccia gialla e lancia brevi occhiate in direzione di Yamaguchi.
- Tu non sei Sawamura né Ennoshita -, gli dice prima di allontanarsi.
Il primo istinto di Yamaguchi è quello di abbassare la testa e incassarla nelle spalle.
Lo sa, sa perfettamente di non essere come loro.
Yachi gli si avvicina, senza dire nulla gli mette una mano sulla spalla. Yamaguchi alza lo sguardo perso verso di lei, - Come faccio? -
- Come hai sempre fatto. Avendo paura, ma andando avanti lo stesso -
Se c’è qualcuno in grado di capire cosa significhi essere paralizzato dalla paura quella è proprio Yachi. Yamaguchi porta una mano sopra la sua e gliela stringe.
- Sai meglio di chiunque altro cosa significhi entrare in campo paralizzati dalla paura -, continua Yachi guardando in basso verso di lui con un sorriso dolce. - E sai meglio di chiunque altro cosa vuol dire lavorare duramente solo per entrare in campo -.
Yamaguchi annuisce deciso, le mani tremano ancora, ma le allunga a sollevare la maglia. Si prende un momento per guardarla prima di indossarla.
Yachi è accanto a lui. Davanti a lui Hinata e Kageysma sono alla sua sinistra, Tsukishima alla sua destra, sono leggermente rivolti verso di lui.
Tsukishima ha un leggero sorriso sulle labbra, appena accennato, cerca di nasconderlo tirando su sul naso gli occhiali.
Yamaguchi capisce adesso cosa volesse dire. Lui non è Sawamura, non è Ennoshita, ma questo non vuol dire che non possa trovare il modo di lottare - proprio come ha fatto in campo. E quel numero uno sulla schiena non significa che sia da solo.
Le mani smettono di tremare è un sorriso incerto compare sul suo viso.
Hinata gli sorride apertamente, - Capitano! -
Kageyama, accanto a lui, sorride appena, con lo sguardo di chi è pronto a conquistare il mondo e aspetti solo il permesso di Yamaguchi per farlo.
Yamaguchi fa un passo avanti e si allinea a loro.
Guardano la palestra davanti a loro, il pavimento arancione riflette la luce del sole al tramonto che penetra dalle grosse finestre.
I loro compagni hanno fatto tanti per farli sentire a loro agio in quel luogo, lì hanno aiutati a superare i loro limiti dentro e fuori dal campo.
Adesso tocca a loro.
Adesso tocca a lui.