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Titolo: video addiction

Parole: 200

Fandom: My hero academia

Rating: safe 


“Bakugou,” Todoroki says in a tone than makes Katsuki’s skin crawl every time. No, he’s not doing this anymore, he will not. 

“What?” he says, getting closer to the common room’s couch where Todoroki is curled up under a blanket like a cat – as if he needed it, with his quirk.

Todoroki pats the spot beside him and Katsuki sits with a sigh. Not another dumb, cat video, please. Just, not. 

It is another dumb cat video. But Todoroki is smiling – that timid thing showing more and more on his face – as he passes Katsuki his phone. And Katsuki be damned if he does something to make that smile disappear – he’s in too deep, he knows, but they’re alone in the common room and Todoroki will never catch up anyways. He can indulge both himself and Todoroki. 

Katsuki takes the phone, Todoroki puts his chin on Katsuki’s shoulder to watch the video once again – Katsuki doesn’t want to know how many times he watched it already, but it’s okay, a lot of things are when Todoroki sits close enough that he can smell his vanilla and lemon shampoo – and Katsuki press play.


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Titolo: I’ll be whatever you need me to be

Fandom: My hero academia

Missione: M3 – la triade

Parole: 2063

Rating: nsfw




Dopo il combattimento, Eijiro si rifugiò in un vicolo per sfuggire ai giornalisti. Non aveva problemi a gestirli, di solito, ma aveva bisogno di un momento per riprendere fiato prima di affrontarli. 

Nel vicolo, però, non era da solo. Todoroki era già lì. Sapeva che aveva preso parte allo scontro perché aveva sentito l’improvvisa ondata di gelo del suo quirk – dopo anni passati a combattere al suo fianco era ormai in grado di riconoscerla a pelle –, ma avevano combattuto in due punti diversi e non lo aveva visto fino a quel momento. 

Era strano che fosse lì. Dare interviste non era il suo forte, ma non si sottraeva mai quando i giornalisti si avvicinavano a lui.

Aveva la testa appoggiata al muro e gli occhi chiusi, il volto era accaldato, e anche quello era strano per una persona in grado di controllare la propria temperatura interna.

Eijiro si avvicinò titubante. “Todoroki?”

Todoroki aprì gli occhi ma non si mosse.

“Tutto ok?”

“Sì.”

Sembra senza fiato, ma tiene gli occhi fissi su Eijiro in quel modo che ogni volta gli faceva scorrere i brividi lungo la schiena. Aveva un’espressione concentrata e sofferente al tempo stesso, e sembrava stesse pensando profondamente a quello che aveva da dire. “In realtà, ti andrebbe di venire a cena da me?”

Se non lo avesse proposto lui, glielo avrebbe chiesto Eijiro. Era chiaro che non stesse bene, e Eijiro non lo voleva lasciare da solo in quelle condizioni, soprattutto adesso che Katsuki era fuori città.


Gli era sempre piaciuta casa di Katsuki e Todoroki, era un mix perfetto tra moderno e tradizionale, di design ma accogliente. 

Todoroki crollò sul divano, reclinò indietro la testa e chiuse gli occhi. Sembrava esausto, e Eijiro aveva la sensazione che ci fosse qualcosa in più oltre alla stanchezza della giornata di lavoro. Aveva i capelli ancora umidi per la doccia che si era fatto prima di lasciare l’agenzia e indossava una felpa nera di Katsuki che gli stava larga. Era veramente troppo adorabile per il povero cuore di Eijiro. D’istinto scattò una foto e la mandò a Katsuki. Gli aveva promesso che avrebbe tenuto d’occhio Todoroki mentre era via, dopotutto.

“Preparo i piatti e metto un film?” chiese Eijiro e si avviò verso la cucina con la busta del take away del posto di pancake all’angolo che Todoroki adorava.

La risposta di Katsuki non si fece attendere.

Sta bene?

Eijiro rispose subito. L’ho visto un po’ fuori fase. Ceno da voi e lo tengo d’occhio.

Katsuki rispose immediatamente, come se fosse rimasto attaccato al telefono in attesa della sua risposta. Bene.

Eijiro preparò piatti per entrambi, li portò in salotto e mise su un film. Mangiarono in silenzio, e lasciarono i piatti sul tavolino da caffè dopo aver finito – una cosa che non avrebbero mai potuto fare in presenza di Katsuki, ma finché non c’era potevano prendersi qualche libertà. 

Mano a mano che il film procedeva, Todoroki si rannicchiava sempre di più contro il divano e gravitava sempre più vicino a Eijiro. Era talmente vicino che poteva sentire il calore che emanava da lui. Era troppo, e aveva il volto accaldato ancora di più di quanto fosse stato. Eijiro cominciò a preoccuparsi.

“Stai bene?”

Todoroki rispose con un mugolio.

“Sento se hai la febbre,” avvertì prima di appoggiare una mano sulla fronte di Todoroki.

Era per metà bollente e per metà gelido, contava come febbre con il suo quirk? C’era un modo per capirlo? Avrebbe dovuto chiamare Katsuki? O un medico?

Todoroki sospirò di sollievo al contatto e si premette di più contro la mano di Kirishima, poi la spostò per appoggiare la fronte al suo petto, inspirò profondamente e fece un versetto soddisfatto. Solo in quel momento, quando erano così vicini, il suo odore raggiunse Eijiro. Sapeva di legna arsa nel caminetto e vaniglia, ma c’era qualcosa di più dolce sotto, dolce e con una punta di piccante.

Estro.

Todoroki era in calore, e se Eijiro non fosse stato un beta se ne sarebbe accorto molto prima. Doveva fare qualcosa, ma cosa? Avevo seguito le lezioni di educazione sessuale al liceo, ma non aveva prestato troppa attenzione, dal momento che era un beta pensava che la cosa non lo avrebbe mai riguardato da vicino, e adesso si sentiva perso. 

Katsuki, doveva chiamare Katsuki. Sicuramente lui avrebbe saputo cosa fare quando il suo compagno era in calore. 

“Todoroki,” partì Eijiro, mentre Todoroki aveva cominciato a strusciarsi contro il suo petto. “Todoroki,” ripeté, “credo che tu sia in calore.”

“Mh-mh,” mormorò Todoroki continuando a strusciarsi, si strinse a lui, come se volesse fondersi con lui e, non soddisfatto di quel contatto, montò sopra Eijiro e si mise a cavalcioni su di lui, stringendogli le braccia intorno al collo e nascondendo la testa nel suo collo. Giusto, il contatto fisico aiutava a calmare un omega in calore. Ma Eijiro era solamente un uomo, e quello era troppo per lui. Vedere Todoroki così aperto e vulnerabile… Aveva bisogno di aiuto.

Strinse un braccio intorno a Todoroki e si allungò verso il telefono che aveva lasciato sul bracciolo del divano. “Adesso chiamo Katsuki,” disse a Todoroki. “Lui saprà che cosa fare.”

Todoroki alzò la testa, “Katsuki? Dov’è?” 

“In missione,” gli ricordò Eijiro. “Ma adesso lo chiamiamo, va bene?”

Todoroki annuì, tornando a strusciarsi contro il collo di Eijiro. Era adorabile, troppo per il povero cuore di Eijiro che da anni cercava di sopprimere quella parte di lui.

Eijiro chiamò Katsuki, che rispose al secondo squillo.

“Che succede?”

“Todoroki è in calore,” disse subito, poi si fece coraggio e disse la parte successiva. “Si è messo in braccio a me, e non so che fare.”

Katsuki non esitò, “Resta con lui, non lasciarlo da solo. Io arrivo il prima possibile.”

“Katsuki?” chiese Todoroki e prese il telefono di Eijiro. 

“Ehi, Sho,” Eijiro sentì Katsuki dire. “C’è Eijiro lì con te, si prenderà cura di te. Io arrivo il prima possibile.”

Todoroki mugolò e scelse quel momento per cominciare a strusciarsi su di lui, e Eijiro sentì il proprio corpo reagire. Todoroki era uno dei suoi migliori amici, era il compagno del suo migliore amico in assoluto, non poteva assolutamente fargli questo. 

Eijiro riprese il telefono dalle mani di Todoroki.  “Katsuki, stiamo parlando di un calore, e…” sperava che quello fosse abbastanza per farlo capire a Katsuki, che sembrò afferrare.

“Lo so,” la sua voce sembrava tesa. “E se non fossi tu ti avrei già detto di andare via di lì immediatamente, ma…”

“Ma?”

Un momento di pausa, “Non dovevano andare così le cose,” disse. “Ne parliamo quando arrivo. Per ora resta lì.”

Non diede a Eijiro il tempo di dire altro e attaccò, e Todoroki cominciò a baciargli il collo. 

“Todoroki,” cominciò, incerto di quello che avrebbe dovuto fare.

“Shoto,” rispose Todoroki. “Chiamami Shoto.”

“Shoto,” ripeté Eijiro. “Non so che cosa dovrei fare,” ammise.

Shoto si mise a litigare con la maglietta di Eijiro, sembrava gliela dovesse strappare e lui capì l’antifona e se la tolse, poi Todoroki cominciò a fare lo stesso con la propria maglietta e Eijiro lo aiutò a togliersela. Shoto si appoggiò al suo petto e al contatto pelle contro pelle sospirò di piacere e sollievo, gli prese le mani e se le appoggiò sui fianchi. La sua pelle era gelida e bollente. 

“Lo so che lo vuoi,” disse Shoto. “Ho visto come guardi me e Katsuki, adesso puoi.” E la parte peggiore era che aveva ragione.

“Volevamo…” cominciò, e ogni parola sembrava una fatica. “Volevamo chiedertelo, ma non c’era mai l’occasione.” 

“Chiedermi cosa?” chiese Eijiro con la bocca secca.

“Chiederti di diventare nostro,” mormorò Shoto sulla pelle del suo collo. “Katsuki si era preparato un discorso,” sorrise come se ci stesse pensando.

Eijiro sentì il proprio cuore accelerare. Lo volevano? Volevano lui? Era per questo che Katsuki aveva detto… ma non poteva pensarci adesso. Adesso doveva occuparsi di Shoto, fare quello che poteva per farlo stare meglio. E se aveva imparato qualcosa era che quando non sapeva cosa fare la cosa migliore da fare era chiedere.

“Che cosa posso fare?”

Shoto gli prese la mano che era sul suo fianco e se la fece scivolare lungo la schiena, fino a farla scomparire dentro i suoi pantaloni. “Toccami.”

E Eijiro non poteva che rispondere a quel richiamo. Con le mani andò a cercare l’apertura di Shoto, era bagnato da morire e Eijiro lo penetrò con due dita direttamente. Shoto inarcò la schiena e gemette, e il gemito andò direttamente all’eccitazione di Eijiro.

Shoto si avventò sulle labbra di Eijiro e lo baciò, e allo stesso tempo si premette indietro contro le sue dita. Eijiro continuò a toccarlo fino a farlo venire, dentro i pantaloni era così duro da fargli male. 

Shoto si abbandonò contro il petto di Eijiro. “Nido,” mormorò.

Eijiro se lo caricò in braccio e lo portò in camera da letto, sul letto c’era il suo nido e Eijiro riconobbe, tra gli abiti di Katsuki, molti dei suoi che erano misteriosamente spariti e la cosa lo fece sentire bene. Depositò Shoto sul letto e si allontanò da lui per un momento per andargli a prendere un bicchiere d’acqua. Sentì Shoto mugolare perché era rimasto da solo e fece il più in fretta possibile. Quando tornò in camera, Shoto si era spogliato completamente. Eijiro fece lo stesso e si andò a stendere accanto a lui. 


Eijiro riuscì a dormire un po’ tra un’ondata e l’altra di calore. Non sapeva quanto tempo fosse passato da quando si erano chiusi in camera da letto, ma fuori dalla finestra non era ancora giorno, quindi non potevano essere molte ore, ma si sentiva stanco come se fossero giorni. Un beta non era progettato per restare tanto a lungo da solo con un omega – da quel poco che ricordava, a livello biologico la funzione dei beta era soprattutto quella di restare lucido quando il calore degli alpha e degli omega si sincronizzava, una sorta di guardia del corpo. Non gli sarebbe dispiaciuto essere il loro scudo, il pensiero gli scaldava il cuore. E forse c’era bisogno di lui prima del previsto.

C’era rumore nell’appartamento.

Facendo attenzione a non svegliare Shoto, Eijiro si alzò dal letto e aprì la porta della camera da letto, pronto a tutto.

La luce del bagno era accesa, e Eijiro si affacciò, e vide Katsuki che si stava lavando la faccia. Il dubbio di aver fatto qualcosa che non doveva tornò ad attanagliargli lo stomaco adesso che se lo trovava davanti.

Katsuki gli lanciò un’occhiata. “Ho visto che dormivate e ho pensato di darmi una sciacquata prima di venire a letto.”

“Certo. Adesso che sei qui io posso anche…”

“Cosa? Andartene?”

Eijiro non rispose. 

“Te l’ho detto, fossi stato chiunque altro ti avrei detto di andar via. Solo il fatto che ci fossi tu con lui non mi ha fatto uscire fuori di testa.”

Eijiro non sapeva cosa dire di fronte a tanta onestà. “Ho fatto quello che ho potuto.”

“Sono sicuro che sia stato sufficiente.”

“Aveva bisogno di te.”

“E anche di te. Hai visto il nido, no?”
Eijiro annuì.

Katsuki si appoggiò al lavandino.

“Te l’ha detto?”

Eijiro capì subito a cosa si stava riferendo. Annuì.

“Mi dispiace sia andata così. Appena sarà finito tutto questo ne riparleremo con calma.”

Eijiro era in grado di capire quando la sua presenza non era più richiesta. Dalla camera da letto, entrambi sentirono Shoto gemere. Subito Katsuki fu alla porta, pronto a scattare alla voce del suo compagno. Eijiro entrò in camera subito dopo di lui e lo trovò già steso a letto con le braccia intorno a Shoto che, nel sonno, passava il naso sulle ghiandole sul suo collo, beandosi del suo profumo, qualcosa che sicuramente Eijiro non aveva potuto fare.

Eijiro cominciò a recuperare i vestiti che aveva abbandonato sul pavimento, quando una mano lo tirò. Alzò lo sguardo, anche nella penombra riconosceva lo sguardo fiero di Katsuki.

“Dove stai andando?”

“Hai detto che quando sarà finito ne parleremo.”

“Sei un idiota,” mormorò, e lo tirò fino a farlo cadere nel letto. Shoto allungò una mano e strinse quella di Eijiro, mentre Katsuki se lo tirava addosso e lo baciava.

Eijiro sentì qualcosa sciogliersi nel suo petto rimettendosi a letto. Quello era esattamente il posto dove voleva essere adesso. 




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Titolo: I just wanna stay in that lavender haze 

Fandom: My hero academia

Missione: M3 – freccia

Parole: 1886

Rating: safe


E arriviamo adesso all’eroe numero uno della nostra classifica degli eroi più sexy in circolazione. E il titolo va… all’eroe Shoto! E voci di corridoio, ci dicono che sia ancora single — tutta la redazione si chiede come sia possibile —, quanto ancora durerà?


Izuku lo aspettava di fronte al palazzetto, con i capelli nascosti da un cappello e una mascherina che gli copriva le adorabili lentiggini. Shoto lo raggiunse e dalla piega degli occhi capì che sotto la mascherina stava sorridendo. Anche lui si era camuffato per l’occasione, cappello a nascondere i suoi capelli estremamente riconoscibili e occhiali non graduati per mascherare almeno un po’ la cicatrice.

Sopra le loro teste, gli stendardi con il logo della HeroCon si agitavano al leggero venticello di aprile. 

Insieme entrarono alla convention e cominciarono a girare tra gli stand. Shoto era un eroe ormai da anni, ma ancora non si era abituato a vedere il suo viso riprodotto su poster, spille, action figures, e sui volti di altre persone che si truccavano per somigliare a lui, alcune talmente bene da fargli talvolta venire il dubbio che si stesse guardando allo specchio.

Il dorso della mano di Izuku sfiorò il dorso della sua. Erano in pubblico e più di quello non potevano fare, ma Shoto non avrebbe voluto altro che girare la mano e stringere quella di Izuku — tenersi per mano gli piaceva, aveva scoperto. 

Camminarono un po’ più vicini. L’attenzione di Izuku venne catturata da uno stand che vendeva merchandise vintage. Izuku si gettò sulla sezione dedicata a All Might, alla ricerca di qualcosa che non avesse già, e ogni oggetto che incontrava era accompagnato da una spiegazione completa di quando fosse stato fatto e per quale occasione. C’era una figure della Golden Age che, a quanto pareva, stava cercando da anni. Mentre Izuku pagava, l’attenzione di Shoto venne catturata da un angolo dello stand, dove erano accumulate alcune figures di Crimson Riot.

“Ne vuoi prendere una per Kirishima?” Chiese Izuku.

Shoto annuì, “Mi aiuti a scegliere?”

Izuku si mise a studiare le figures con serietà, come se fosse davanti al merchandise di All Might. Shoto non sapeva che cosa avesse fatto per meritare tutto quello, ma non aveva intenzione di farsi troppe domande.

Con l’aiuto di Izuku, Shoto scelse due figures da portare a Kirishima. 



Shoto e Deku sono stati avvistati insieme alla HeroCon di questo fine settimana! 



Entrambi gli eroi erano in borghese, e si sono aggirati per tutta la giornata tra gli stand. L’amicizia tra i due è ben nota sin dai tempi del liceo — tutti ricordiamo il loro fantastico scontro al primo festival sportivo — ma dalle foto che siamo riusciti a ottenere sembra che possa esserci qualcosa in più. Numerose persone hanno testimoniato la vicinanza tra i due, e non sarebbe una sorpresa che tra i due possa essere scattato qualcosa, sono numerose le coppie nate in quella classe, dopotutto. 

Che Shoto abbia finalmente trovato la persona giusta per accasarsi? 



Il sabato mattina, la palestra vicino casa di Shoto era semideserta. Era il momento perfetto per allenarsi senza dover fare la fila per le macchine. Era meno attrezzata di quella che avevano in agenzia, ma era esattamente a metà strada tra casa di Shoto e casa di Kirishima, e da un po’ di tempo avevano preso l’abitudine di vedersi lì il sabato mattina per poi andare a fare il brunch insieme. 

Shoto finì la sua ultima serie alla abdominal machine e si prese un momento per riprendere fiato. Gli rimanevano solamente gli esercizi di stretching da fare, la cosa che odiava di più. Prima di spostarsi verso la saletta per gli esercizi a corpo libero, si lanciò un’occhiata intorno per vedere dove fosse Kirishima. Stava lavorando alla lat machine, le maniche larghe della canotta lasciavano intravedere i muscoli della sua schiena che si muovevano per il movimento e lo spettacolo era affascinante. Kirishima completò l’ultima serie e si alzò dalla macchina. Si guardò intorno e quando i suoi occhi si posarono su Shoto, che ancora non si era mosso dal suo posto, e gli sorrise. Si alzò e si avvicinò a lui. 

“Stretching?”

“Stretching,” rispose Shoto con fare lamentoso.

Kirishima rise. “Andiamo,” disse porgendogli la mano. Shoto la prese per alzarsi e lo seguì nella saletta. 

Lui e Kirishima si sdraiarono l’uno accanto all’altro e cominciarono i loro esercizi. Shoto non era mai stato particolarmente flessibile, non era proprio il suo punto forte, a differenza di Izuku o Katsuki. Kirishima era più o meno come lui, e il suo quirk non lo aiutava, almeno potevano capirsi.

Shoto stava litigando con un nuovo esercizio che non gli riusciva in alcun modo. Kirishima rise guardandolo. 

“Aspetta, ti do una mano,” disse alzandosi. “Non puoi farlo da solo quello.”

Prese una gamba di Shoto e cominciò a spingerla verso di lui, allungandogli i muscoli. Dalla sua posizione, Shoto vedeva Kirishima sopra di lui, leggermente sudato, con i capelli che gli ricadevano sulla fronte. Se lo stretching fosse sempre stato così, Shoto si sarebbe lamentato molto di meno con i suoi trainer.

Chissà se Katsuki conosceva già quell’esercizio. Glielo avrebbe dovuto far vedere al loro prossimo allenamento. 



Red Riot e Shoto sembrano molto in confidenza. Fonti vicine ai due, ci raccontano che tutti i sabato mattina i due si vedono in palestra, dove si allenano insieme.

Red Riot e Kirishima si conoscono sin dai tempi della scuola, e le foto dimostrano quanto i due siano in confidenza. Spesso di sabato sono stati visti a pranzo insieme, forse proprio a seguito dei loro allenamenti supplementari del sabato mattina? 

Ultimamente, erano circolate voci di una possibile relazione tra Shoto e Deku. Deku è a conoscenza di questi incontri settimanali? E che cosa ne pensa?

Il mistero resta ancora da svelare.

Shoto uscì dal portone, Katsuki lo aspettava in strada in sella alla sua moto. Indossava una giacca di pelle, che fece venire i dubbi a Shoto per quello che aveva indossato – una maglietta a collo alto e un cardigan. 

“Va bene così?” chiese avvicinandosi alla moto. “Non mi hai detto dove stiamo andando.”

Katsuki lo guardò dall’alto in basso. “Passabile,” disse porgendogli un casco. “Andiamo adesso.”

Shoto montò in sella alla moto. “Dove stiamo andando?” chiese al primo semaforo.

“Non hai proprio pazienza,” commentò Katsuki. “Stiamo andando a un concerto.”

“Oh,” esclamò Shoto felice. Non era mai stato a un concerto prima, ed era emozionato. 

 Katsuki sorrise e ripartì. Mano a mano che si avvicinano allo stadio, il traffico e la folla aumentavano. Alcuni indossavano le fasce del gruppo legate sulla fronte, altri agitavano bastoncini luminosi, altri ancora avevano delle bandiere più grosse di loro sulle spalle.

Katsuki lasciò la moto nel parcheggio del palazzetto e aiutò Shoto a scendere. Poco distante, c’era un carretto da cui arrivava un odore delizioso di tokoyaki che riproduceva al massimo volume tutte le canzoni più famose del gruppo probabilmente prese a caso da una playlist già fatta di Spotify.

“Possiamo prenderli?”

Katsuki alzò gli occhi al cielo, “Fai in fretta, o i posti buoni finiranno.”

Shoto annuì e si mise in fila per i tokoyaki, poi si avviarono all’entrata, con Shoto soddisfatto del suo acquisto. Ne offrì uno a Katsuki che lo mangiò direttamente dal suo bastoncino — a Shoto venne da ridere, era proprio una cosa da coppietta, una di quelle che Katsuki aveva giurato non avrebbe mai fatto quando avevano cominciato a frequentarsi.

Dentro al palazzetto, l’atmosfera era elettrica. Le persone aspettavano con ansia l’arrivo del gruppo e quando le luci si spensero si alzò un coro di urla eccitate.

La mano di Katsuki raggiunse la sua e la strinse. “Vedi di non perderti,” disse. “Non voglio sentire Izuku se ti perdo qui.”

Shoto ricambiò la stretta. Il rumore intorno a lui era quasi assordante, e lo divenne ancora di più quando partì l’intro della prima canzone. Shoto si guardò intorno con fare frenetico, poi si voltò verso Katsuki.

“Che cosa dovrei fare?” chiese.

“Non devi fare niente, Halfie,” disse. “Se conosci le canzoni canti, se non le conosci stai zitto, se ti va di ballare balli, fine.”

“Oh,” Shoto annuì e tornò a guardarsi intorno. Il gruppo comparve sul palco, la prima canzone partì, intorno a lui le persone cominciarono a cantare e ballare. Anche lui si ritrovò a canticchiare le canzoni che conosceva, e mano a mano che la musica lo trascinava si ritrovò anche a ondeggiare sul posto, ballando un po’,

Teneva ancora la mano di Katsuki, che assecondava i suoi movimenti. Non lo lasciò andare per tutto il concerto.

 

Il mistero che circonda la vita sentimentale dell’eroe Shoto si infittisce ancora. Ieri sera hanno cominciato a circolare su Twitter delle foto che testimoniavano la presenza dell’eroe Shoto al concerto che si è tenuto nel palazzetto cittadino in compagnia di… Dynamight! Dalle foto sembrerebbe che i due si siano tenuti per mano per tutta la durata del concerto, e alcuni testimoni oculari hanno raccontato che i due sembravano tenere degli atteggiamenti molto intimi.

Sorge di nuovo la domanda: che cosa sta succedendo nella vita romantica si Shoto? Sta veramente uscendo con qualcuno? Siate certi che continueremo a indagare!

La truccatrice diede gli ultimi ritocchi al trucco di Shoto, poi sparì dietro le quinte. Davanti a lui, l’intervistatrice diede un’ultima letta ai fogli con le domande che si era preparata.

“Trenta secondi,” annunciò il cameraman.

Shoto era sempre nervoso prima delle interviste, non erano il suo forte, ma facevano parte del suo lavoro quindi ogni volta si faceva forza e andava.

“Tre, due, uno… In onda!”

L’intervistatrice introdusse la puntata, e introdusse lui, e cominciò con le solite domande di rito a cui Shoto aveva già risposto centinaia di volte: il suo lavoro, che cosa faceva nel tempo libero, cose abbastanza standard e su cui ormai Shoto andava sul sicuro.

“Ci avviciniamo alla conclusione di questa intervista, e non posso non farti la domanda che è ultimamente sulla bocca di tutti,” disse l’intervistatrice.

Shoto la guardò incuriosito, c’era qualcosa che lo riguardava che era sulla bocca di tutti? Non ne aveva saputo niente.

“Ci sono state molte chiacchiere ultimamente sulla tua vita sentimentale, e i fan sono divisi, si chiedono se tu stia uscendo con qualcuno, i nomi di Red Riot, Deku e Dynamight sono saltati fuori. Quindi ti chiedo, stai uscendo con qualcuno di loro?”

Ah, quella questione scottante. C’era un giornaletto di second’ordine che stava basando le sue vendite su quella storia, da quello che gli aveva detto il suo PR. Shoto aspettò un momento prima di rispondere. Ne avevano parlato prima, e avevano deciso che non l’avrebbero dichiarato, ma che se fosse saltata fuori la cosa non l’avrebbero nascosta non si sarebbero nascosti. Sembrava che il momento fosse finalmente arrivato.

Shoto sorrise, “Con tutti e tre,” disse.

L’intervistatrice scoppiò a ridere, “E anche oggi, Shoto ci ha deliziato con il suo umorismo,” disse. “Per questo episodio è tutto, ci vediamo martedì prossimo.”

Shoto salutò la telecamera, con un leggero sorriso sulle labbra. Era buffo che non gli avessero creduto, ma non sorprendente. Lui aveva detto la verità, ma se le persone decidevano di continuare a farsi domande credendo più ai giornaletti di gossip che a lui, beh, non era un problema suo.


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