Un buon tramonto
Mar. 12th, 2021 10:01 pmFandom: Voltron
Missione: M4 - Gio Evan, Arnica
Prompt: Cerco un amico per un buon tramonto insieme/voglio arrivare all'alba e dire: "Dai, di nuovo"
Parole: 635
Il giorno successivo, Shiro si sarebbe rinchiuso nella base militare della Garrison. Il giorno dopo ancora, dopo una notte di sonno attentamente sorvegliata dal team che coordinava la missione, Shiro sarebbe partito per la missione Cerbero. Keith non aveva idea di quando lo avrebbe rivisto, ma quella sera - quella notte - sarebbe stata ancora solo loro, e di nessun altro.
Keith sedeva su un masso in mezzo al deserto, quello da cui più di una volta lui e Shiro si erano lanciati con gli overboard, una infantile prova di coraggio a fare a chi si rialza più tardi - una cosa così lontana dall'immagine di serietà che Shiro proietta, piccole parti di lui che solo a Keith è concesso di vedere e che Keith custodisce gelosamente. Aspetta Shiro. Gli ha promesso che lo avrebbe raggiunto non appena lo avessero liberato.
A coloro che stavano per partire veniva concessa un'ultima notte per stare con le famiglie. Keith si è sorpreso quando Shiro gli ha chiesto di passarla con lui - aveva dato per scontato che Shiro avrebbe scelto di passarla con Adam. Non gli aveva chiesto spiegazioni, gli aveva dato appuntamento al masso e Shiro aveva sorriso. Keith non era tipo da farsi troppe domande sulle poche benedizioni che gli capitavano.
Il sole si era avvicinato all'orizzonte, ma non aveva ancora cominciato a sparire dietro la linea del deserto. Il cielo si era tinto di arancione. Keith sentì il rumore di un motore. Lo aveva sentito fin troppe volte per non riconoscerlo ad orecchio, non aveva bisogno di girarsi per capire chi fosse arrivato.
Dietro di luì sentì la macchina frenare, parcheggiare, il rumore della portiera che si apriva e sbatteva. Con la coda dell'occhio vide Shiro sedersi accanto a lui e fissare il tramonto.
"Ah, mi mancherà tutto questo," disse.
Keith sorrise. "Ma sarai circondato dalle stelle"
Shiro rise, "Vero. Ma il tramonto... è una cosa diversa"
Keith rimase in silenzio e Shiro con lui. Guardarono il sole sparire dietro l'orizzonte, il buio cominciare a calare. Nessuno dei due sentì il bisogno di dire nulla mentre le prime stelle comparivano sopra la loro testa.
"Credi che un giorno riuscirò ad andarci anche io? Nello spazio," chiese Keith.
"Certo che sì. Ma devi seguire le lezioni mentre non ci sono. Farai il bravo?"
"Se loro lo faranno con me"
Shiro rise, la sua risata si perse nel deserto. La luce delle stelle era l'unica luce ad illuminarli - uno dei pochi benefici del vivere in mezzo al nulla, pensò distrattamente Keith.
"Hai mangiato?" chiese Shiro.
In tutta risposta lo stomaco di Keith brontolò.
"Se non mangi non ci andrai nello spazio," Keith non aveva bisogno di guardarlo per sapere che stava scuotendo la testa.
Keith sentì il rumore di pacchetti di plastica agitati, poi un peso leggero si appoggiò sul suo stomaco. Era un pacco di patatine piccanti, le sue preferite.
Keith le aprì e cominciò a mangiarle soddisfatto.
Passarono la notte insieme, così, senza dirsi molto e a godere della presenza l'uno dell'altro. Nessuno dei due disposto a chiedersi quando avrebbero potuto farlo di nuovo.
I primi raggi dell'alba cominciarono a rischiarare il cielo. Keith non aveva mai odiato tanto l'alba. Desiderava solo che la notte potesse ricominciare da capo, per passare altro tempo con Shiro.
Shiro aspettò ancora un po' prima di alzarsi. Tenne ancora lo sguardo fisso sull'orizzonte per qualche momento, poi si voltò verso Keith. Aveva le occhiaie di chi aveva passato la notte in bianco, ma il volto sereno.
"Ti accompagno in accademia," gli disse Shiro.
Keith annuì e salì in macchina. Quando all'ingresso si separò da lui per entrare nuovamente di nascosto nella sua camera prima della chiamata dei cadetti all'alba Keith se lo ripetè ancora una volta: non aveva mai odiato l'alba.