Titolo: Greed
Fandom: Jujutsu Kaisen
Missione: M4 – Tutti dentro
Parole: 3189
Rating: nsfw
Megumi raggiunse il cinema con il fiatone. “Eccomi!”
Yuuji lo stava aspettando lì davanti, il suo viso si illuminò non appena lo vide. “Respira,” gli disse avvicinandosi con un sorriso. “Ho già preso i biglietti.” Salutò Megumi con un bacio sulle labbra e una veloce (annusata) al collo.
Megumi si paralizzò per un momento, il suo cuore saltò un battito. Si era fatto la doccia prima di venire, ma era di fretta. E se non fosse stato abbastanza? Ma Yuuji non sembrò notare nulla di fuori dall’ordinario.
“Grazie,” disse Megumi avviandosi. “Che cosa vediamo?”
Yuuji aprì la porta per lui. “C’è quel film di fantascienza di cui mi avevi parlato, ti va bene?”
Ne avevano parlato quasi due mesi prima, quando ancora non avevano cominciato a frequentarsi. L’omega di Megumi era soddisfatto che l’alpha si fosse ricordato.
Trovarono i loro posti, e come Megumi si sedette sentì dello sperma colare da dentro di lui. Il sangue gli si gelò nelle vene: la doccia non era stata sufficiente. L’odore di sesso doveva ancora essere tutto intorno a lui, era un miracolo che Yuuji non se ne fosse accorto. O forse era talmente abituato all’odore di suo fratello da non accorgersene?
Le luci si spensero e cominciarono i trailer. Subito il naso di Yuuji trovò il suo collo, ma presto si tirò indietro.
“Stai indossando i cerotti,” disse curioso.
“Il mio calore si sta avvicinando,” spiegò, sperando che non facesse altre domande. Quella era un vaso di Pandora che per ora non voleva aprire.
Yuuji annuì, “Ha senso.” Si avvicinò di nuovo, “Vorrei comunque sentire il tuo odore.”
“Lo vorrei anche io,” Megumi voltò la testa abbastanza da baciarlo. Gli piaceva il modo di baciare di Yuuji, gentile ma che non lasciava scampo, bruciante nella sua intensità.
Megumi sospirò nel bacio, spingendo la lingua nella bocca di Yuuji, mentre sentiva il desiderio che cresceva dentro di lui. Con il suo calore che si avvicinava, ogni minimo contatto era sufficiente a mandarlo a fuoco, sentiva già l’intimo che si inumidiva e ringraziò mentalmente il sé stesso di qualche ora prima che aveva pensato di mettere i cerotti. Voleva sentire quelle labbra, quella bocca ovunque sulla sua pelle.
Yuuji ridacchiò e interruppe il bacio. “Non è il posto adatto,” disse lanciandosi un’occhiata intorno con il volto arrossato. Gli prese la mano, intrecciò le loro dita e se le appoggiò sulla coscia.
Megumi si appoggiò allo schienale e mise il broncio. Era bagnato ed eccitato, e le sue ghiandole gonfie prudevano sotto i cerotti. Il film non gli interessava più, voleva solo trascinare Yuuji nel bagno, mettersi in ginocchio e… No, non doveva pensarci. Già così era abbastanza difficile.
Il film cominciò, e Megumi si guardò intorno. La sala era quasi vuota, nella loro fila erano da soli e le sue mani prudevano per la voglia di toccare Yuuji un po’ di più, di sentirlo sotto la pelle. Lentamente sciolse l’intreccio delle loro dita e mosse la mano più su lungo la coscia di Yuuji, fino a sfiorare il suo inguine.
Il respiro di Yuuji si fece più pesante, ma non fermò la sua mano e Megumi la prese come un’autorizzazione a continuare. Con il mignolo, cominciò ad accarezzare l’erezione di Yuuji, che cominciò a ingrossarsi e indurirsi sotto il suo tocco.
“Megumi,” Yuuji mormorò a denti stretti, ma ancora non lo fermava.
Megumi passò ad accarezzarlo con il palmo della mano, mentre Yuuji guardava freneticamente a destra e sinistra, ma Megumi aveva già calcolato i rischi. Le uniche altre persone nella sala erano nelle file davanti a loro, e se anche Yuuji si fosse fatto scappare qualche suono probabilmente sarebbe stato ingoiato dai rumori del film.
Megumi aprì i bottoni dei jeans di Yuuji e ci infilò la mano dentro, Yuuji si morse le labbra per ingoiare un gemito e una nuova vampata avvolse il corpo di Megumi a sentirlo.
La pelle di Yuuji era soffice e calda, e alla base c’era un accenno di rigonfiamento dove il nodo si sarebbe formato durante un calore, e Megumi aveva l’acquolina in bocca. Se non fossero stati in un cinema, sarebbe già stato sulle ginocchia, ma si sarebbe fatto bastare questo per il momento.
Megumi cominciò a muovere la mano lentamente, come sapeva che Yuuji preferiva — sempre un fan del sesso lento, del fare Megumi a pezzi per poi rimetterlo insieme come se fosse fatto di creta. Megumi passò il pollice sulla sua fessura, e il respiro di Yuuji si fece ansimante, e lo nascose nel collo di Megumi, leccando e mordendo la pelle sottile del collo e Megumi dovette trattenere un gemito. Avrebbe sicuramente lasciato un segno, ma Megumi non riusciva a preoccuparsene al momento. Si sentiva la pelle bollente, le sue mutande erano ormai zuppe e gli sarebbe bastato sfiorarsi da sopra i pantaloni per venire anche lui.
Continuò con lo stesso ritmo, sentendo il modo in cui il piacere cresceva in Yuuji nel modo in cui il suo corpo si tendeva, nel suo cercare il piacere e costringersi a restare fermo al suo posto allo stesso tempo.
“Ci sono quasi,” mormorò Yuuji tra i sospiri.
Megumi lo baciò sulla guancia e accelerò appena il ritmo, sentì Yuuji tendersi e poi rovesciarsi nella sua mano e nelle sue stesse mutande. Yuuji rimase fermo per un momento, ansimante e con il volto nascosto nel collo di Megumi, poi scattò su.
“Fazzoletti!” Urlò in un sussurro, e cercò nella tasca della sua giacca abbandonata sulla poltrona accanto.
“Ce li ho io,” disse Megumi passandogliene uno.
“Non ci vengo più al cinema con te,” disse Yuuji abbandonandosi, soddisfatto e rilassato, sulla poltrona.
Megumi sorrise, “Sì, lo farai.”
“Sì,” si finse scontento Yuuji. “Lo farò.”
“Non so perché, ma non ci ho capito granché del film,” Yuuji disse non appena uscirono dalla sala.
“Forse avresti dovuto stare più attento.”
“Sì, ma un certo punto c’erano troppe distrazioni.”
Megumi rise. Rimasero fermi davanti all’uscita per un momento. Megumi non voleva tornare a casa, gli piaceva passare il tempo con Yuuji, ma Yuuji doveva andare a lavoro e Megumi il giorno dopo aveva lezione alla prima ora.
“Senti,” cominciò Yuuji. “Il prossimo fine settimana mio fratello è fuori città per lavoro. Ti andrebbe di venire a casa? Ci vediamo un film, e puoi restare a dormire.”
Megumi ci pensò un attimo. Sarebbe stato molto vicino al suo calore, ma tra la sua coinquilina e il fratello di Yuuji non avevano mai davvero modo di stare insieme con calma. “Mi piacerebbe molto.”
Megumi entrò nella doccia, sotto il getto d’acqua bollente. Era ingiusto che un hotel a ore avesse una doccia migliore di quella che lui si poteva permettere a casa. Si sentiva le gambe molli, il corpo totalmente rilassato.
Sukuna lo raggiunse e lo strinse da dietro, gli appoggiò il naso sul collo.
“Hai un buon odore. Così dolce da perdere la testa.”
“Il mio calore si sta avvicinando,” spiegò Megumi. Non aveva intenzione di dare altre spiegazioni. Mancava circa una settimana all’arrivo del suo calore e lui ancora non aveva deciso a chi chiedere di trascorrerlo con lui, se a Yuuji o a Sukuna.
Sukuna cominciò a baciargli il collo, passando la lingua sulle sue ghiandole. “Dolcissimo. Mi fa venire voglia di morderti.”
Nonostante fosse esausto, Megumi sentì il suo corpo cominciare a reagire. E gli piaceva l’idea che a Sukuna piacesse il suo odore. Gli scappò un gemito, “Ancora?”
“Mh-mh,” Sukuna gli mordicchiò il lobo dell’orecchio. “Devo fare scorta. Questo fine settimana sono fuori città per lavoro e dobbiamo saltare l’appuntamento della domenica.”
“Lo so,” mugolò Megumi.
“E come lo sai?” lo stuzzicò Sukuna, stringendogli le mani intorno alla vita.
Megumi sbiancò. Non poteva certo dire a Sukuna che proprio pensava di passare la domenica chiuso in casa con suo fratello.
“Devi avermelo detto prima,” rispose Megumi tenendosi sul vago.
“Può essere,” rispose Sukuna. La sua mano risalì sul petto di Megumi, gli prese un capezzolo tra la punta delle dita e cominciò a stuzzicarlo. La sua erezione premeva contro la schiena di Megumi.
“Non penso di poterlo fare di nuovo,” mugolò Megumi. Gli faceva male tutto. Gli ormoni impazziti prima del ciclo lo eccitavano più del solito, ma il suo corpo non era ancora in calore e ne pagava le conseguenze.
“Chiudi le gambe,” mormorò Sukuna.
Megumi obbedì. Sukuna si infilò nello spazio tra le sue cosce, e cominciò a spingere come se fosse dentro di lui. La frizione era deliziosa e sui punti giusti, Megumi allungò una mano e si aggrappò alla nuca di Sukuna, mentre i suoi gemiti rimbombavano contro le piastrelle bianche della doccia.
Le spinte di Sukuna si fecero sempre più vigorose e Megumi venne tremando. Se Sukuna non fosse stato tutto intorno a lui sarebbe crollato sul pavimento, ma Sukuna lo tenne e continuò a spingersi contro di lui come se fosse una bambola senza volontà. Megumi mugolò per la sovrastimolazione, era delizioso e faceva male allo stesso tempo, e odiava ammettere che adorava essere usato in quel modo.
Sukuna venne tra le sue gambe, poi con calma e delicatezza Sukuna aiutò Megumi a lavarsi, lo avvolse in un asciugamano e lo portò in braccio fino al letto.
“Puoi riposare per un po’ se vuoi, io devo andare a lavoro.”
Megumi annuì, era soddisfatto, al caldo, pulito e si sentiva talmente appagato che aveva voglia di fare le fusa. Sukuna gli lasciò un bacio sulla fronte e andò verso la porta. Megumi si addormentò prima che la porta si chiudesse.
Megumi suonò il campanello e aspetto. Si tolse il cappello e si passò una mano tra i capelli per cercare di calmare lo stomaco annodato.
Non era mai stato lì prima, nella casa in cui vivevano entrambi i suoi alpha.
Gli alpha. Non sono miei.
Yuuji aprì la porta e lo fece entrare con un sorriso. L’appartamento non era grande — dopo un breve corridoio, un muretto divisorio separava la cucina dal salotto — ma l’odore… gli faceva girare la testa. Gli odori intrecciati di Yuuji e Sukuna permeavano ogni angolo della casa, circondavano Megumi come una coperta calda. Gli faceva venire voglia di fare le fusa.
L’odore si faceva più forte man mano che si addentrava nell’appartamento. La sua mente cominciò a proiettare immagini di come sarebbe stato trascorrere il suo calore con entrambi quegli odori intorno a lui, i corpi di entrambi gli alpha che lo circondavano. Si sforzò di rimettere i suoi pensieri in riga prima che il suo corpo potesse reagire – diamine, non vedeva l’ora che il suo calore fosse bello e finito, non ne poteva più di essere costantemente eccitato. Ma non aveva alcuna intenzione di trascorrerlo da solo, e ancora non aveva preso una decisione. Doveva farlo, e presto, ma non ci riusciva. Li voleva entrambi.
Yuuji aveva preparato la cena, e dopo mangiato si andarono a sedere sul divano. Yuuji mise su un film e coprì entrambi con una coperta. Il corpo di Yuuji era così caldo accanto al suo che Megumi non aveva davvero bisogno della coperta, ma era bello essere seduti così vicini. Megumi si accoccolò meglio contro il suo petto, e Yuuji gli passò un braccio intorno alle spalle. Lo baciò.
Presto il bacio si scaldò. Megumi non voleva smettere, e stavolta non doveva farlo. Si spinse sopra a Yuuji e gli si mise a cavalcioni, cominciò a strusciarsi e sentì Yuuji crescere nei pantaloni. A Megumi scappò un gemito quando Yuuji gli morse il labbro.
Megumi chiuse gli occhi e si aggrappò alle sue spalle, continuando a muoversi sopra di lui. Yuuji gli sfilò la maglietta e gli mise le mani sul sedere e se lo spinse ancora di più addosso, spingendosi verso l’alto per aumentare la frizione. Megumi era così bagnato che aveva paura di essersi macchiato i pantaloni.
Yuuji gli infilò le mani sotto la maglietta e lo afferrò per i fianchi. C’erano troppi vestiti per i gusti di Megumi, doveva toglierli e subito. Afferrò l’orlo della maglietta di Yuuji e gliel’avrebbe strappata di dosso se avesse potuto. Yuuji rise e accompagnò il movimento.
Megumi seguì il movimento con lo sguardo, poi alzò lo sguardo verso la cucina e si bloccò. Il sangue gli si gelò nelle vene.
Sukuna era lì, appoggiato al muretto divisorio, e li stava guardando con attenzione. Megumi voleva muoversi, scendere da Yuuji, spiegare, dire qualcosa, qualunque cosa, ma non riusciva a muoversi, il cuore gli batteva all’impazzata nel petto.
“Non fermatevi per me,” li stuzzicò Sukuna.
“Che succede?” chiese Yuuji, poi si voltò e vide Sukuna. “Non sei più partito?” gli chiese. Le sue mani erano ancora sul sedere di Megumi.
“Il mio cliente si è rotto una gamba, farà il discorso online da casa domani,” spiegò Sukuna.
Megumi era senza parole. Come potevano parlare come se nulla fosse? Il suo respiro si fece corto.
“Penso che il nostro Blessing qui stia dando di matto,” disse Sukuna con un sorriso.
Nostro. Gli piaceva come suonava, non avrebbe dovuto, ma gli piaceva.
La mano di Yuuji scattò sulla schiena di Megumi e cominciò a muoversi su e giù con fare rassicurante. “Va tutto bene,” disse.
“Sì, sweetheart,” Sukuna si avvicinò al divano e accarezzò la guancia di Megumi. “Pensavi davvero che non lo sapessimo? Avevi addosso l’odore di mio fratello quando ti ho conosciuto, e non ha mai smesso.”
Baciò Megumi, e Megumi si sciolse nel bacio mentre sentiva ancora le mani di Yuuji che gli circondavano il corpo. Era perfetto, era esattamente quello che voleva.
Sukuna si staccò da Megumi, poi si chinò su Yuuji e baciò anche lui. Yuuji staccò una mano dal fianco di Megumi e la portò alla nuca di Sukuna per tirarselo ancora di più addosso.
Dalla sua posizione, Megumi vedeva tutto. L’abbandono sul volto di Yuuji, la familiarità di chi lo aveva già fatto innumerevoli prima. Megumi avrebbe dovuto essere inorridito, ma era la singola cosa più sporca e eccitante che avesse mai visto in vita sua e il suo corpo reagì. Il calore lo invase da dentro. Non riusciva a ricordare di essere mai stato così bagnato in vita sua.
“Hai visto?” disse Sukuna sulle labbra di Yuuji. “Ti avevo detto che avrebbe apprezzato.”
“Non puoi biasimarmi se ero nervoso.”
Sukuna si tirò indietro. “Vi ho interrotto abbastanza,” si andò a sedere sulla poltrona libera. “Adesso non preoccupatevi di me e continuate pure quello che stavate facendo.”
Yuuji riportò la sua attenzione su Megumi, che ancora bloccato non riusciva a muoversi. E allo stesso tempo si sentiva come se stesse per esplodere. Il calore dentro di lui si era fatto insopportabile, la sua mente era offuscata, sapeva solo che non voleva che le mani di Yuuji si staccassero da lui.
“Diamine,” disse Yuuji, nascondendo il naso nel collo di Megumi. Poi lo prese per le spalle e lo spinse indietro. “Sei in calore.”
Megumi spalancò gli occhi. “E’ troppo presto…” possibile che gli eventi gli avessero scatenato il calore in anticipo?
Yuuji aveva il viso serio quando gli chiese, “Vuoi andare a casa? Posso chiamarti un taxi…” guardò dietro le spalle di Megumi a Sukuna, come se stessero avendo una conversazione silenziosa.
Megumi scosse la testa. Parlare era complicato, ma aveva bisogno di dire questa cosa prima di perdere completamente la lucidità. “Volevo chiedervelo,” mormora. “Ma non volevo scegliere.”
“Non c’è bisogno di farlo adesso,” arrivò dalle sue spalle la voce di Sukuna. “Siamo entrambi qui.”
Megumi fece le fusa mentre l’odore dei due alpha lo circondava. Poteva sentire la loro eccitazione mescolarsi alla sua, e sentì il suo omega rilassarsi. I suoi alpha si prenderanno cura di lui.
Yuuji riprese a baciarlo, il suo odore si era fatto denso e speziato per l’eccitazione e Megumi gemette nel bacio.
“Mi piace quanto sei sensibile,” commentò Yuuji passando a baciargli il collo. Gli passò la lingua sulle ghiandole e una nuova vampata di calore avvolse Megumi, che tremò tra le braccia di Yuuji.
“Hai mai provato a leccarlo?” intervenne Sukuna dalla poltrona.
Megumi sospirò solo all’idea, e questo sembrò catturare l’interesse di Yuuji.
“Mi sembra un buon momento per cominciare.”
Yuuji lo fece stendere sul divano, Megumi si fece guidare come una bambola. Si sentiva creta tra le sue mani, e l’odore di Sukuna che lo circondava lo rassicurava che entrambi erano lì per lui.
Lentamente, Yuuji gli sfilò i pantaloni. In un momento di lucidità, Megumi provò a coprirsi, imbarazzato per quanto fosse bagnato, ma Yuuji gli spostò le mani e gli sfilò le mutande. Si stese in mezzo alle sue gambe e affondò la lingua in lui, tra le sue pieghe, passò la punta sul clitoride e Megumi inarcò la schiena contro il divano.
Megumi lanciò un’occhiata a Sukuna, che seduto sulla poltrona li guardava entrambi con sguardo famelico mentre si accarezzava pigramente l’erezione da sopra i pantaloni. Gli piaceva l’idea di star intrattenendo entrambi, che le attenzioni di entrambi fossero concentrate su di lui.
Yuuji aumentò l’intensità, prese il clitoride tra le labbra e succhiò gentilmente fino a che Megumi si riversò nella sua bocca.
“Letto,” riuscì a mormorare, e i suoi alpha lo accontentarono. Si sentì preso in braccio e trasportato fino alla camera, tra lenzuola che portavano così forte l’odore dei suoi alpha che non poteva esserci dubbio su cosa avessero fatto lì dentro, né sul fatto che dormissero nello stesso letto regolarmente.
Sentiva mani ovunque sul suo corpo, e non sapeva più chi lo stesse toccando dove, ma non gli importava. La cosa importante è che erano lì, con lui, intorno a lui, ovunque.
“Dolcezza,” gli sussurrò la voce di Sukuna all’orecchio. “Devi dirci chi vuoi.”
Megumi mugolò disperato. “Entrambi.”
I due alpha si fermarono per un momento, e Megumi sentì la disperazione impossessarsi di lui. Poi Yuuji si sdraiò sul letto, e Sukuna aiutò Megumi a sdraiarsi sopra di lui. Guidò l’erezione di Yuuji dentro Megumi, e poi la propria.
Megumi non si era mai sentito così pieno, fisicamente e spiritualmente, con i suoi alpha intorno a lui, dentro di lui, circondato dal loro odore e dal loro calore.
Yuuji e Sukuna cominciarono a muoversi, lentamente ma in maniera sincronizzata, come se fossero la stessa persona. Poi il ritmo aumentò, e Megumi non poté fare altro che abbandonarsi, lasciare che facessero di lui quello che volevano.
Megumi sentì i loro nodi formarsi, e sentì che si trattenevano. Disperatamente portò le mani verso di loro per convincerli a entrare, fino a che non capirono il messaggio e entrarono in lui pienamente.
Megumi venne con un gemito strozzato, e registrò lontanamente che anche Sukuna e Yuuji avevano fatto lo stesso sentendoli riversarsi in lui.
Megumi si sentiva debole e senza forze, ma sapeva che i suoi alpha si sarebbero presi cura di lui.
Si risvegliò nel bel mezzo della notte, circodato dall’odore di Sukuna, di Yuuji, del proprio calore, e del sesso. Coperto da una coperta calda e circondato dai due corpi. Si sistemò meglio sotto la coperta e tornò a dormire facendo le fusa.