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[personal profile] chasing_medea
Titolo: we gonna let it burn
Fandom: BNHA
Missione: Carretto dello zucchero filato - qualcosa di leggero
Rating: safe
Parole: 1099



Hawks studia il proprio riflesso nello specchio del camerino. Due delle lampadine sulla cornice sinistra sono fulminate, le altre proiettano una luce fioca e rossastra.

Uno dei triangoli che ha disegnato con l’eyeliner sotto l’angolo interno dell’occhio ha il bordo irregolare. Hawks si avvicina allo specchio per sistemarlo, poi ricade pesantemente sulla sedia di plastica pieghevole. 

Non è ancora abituato a vedere i suoi capelli di un paio di toni più chiari del suo biondo naturale, ma non ha tempo di restare lì a studiare il suo riflesso e pensare a quanto sia cambiata la sua vita nel giro di pochi mesi. Lo spettacolo sta per cominciare.

I corridoi sono deserti, il calore quasi soffocante nel tendone. Avvicinandosi al palco la musica si fa sempre più forte, accompagnata dal mormorio degli spettatori che prendono i loro posti. 

Hawks sente lo scatto secco delle luci che si spendono, le voci si quietano e una nuova silenziosa eccitazione comincia a riempire ogni angolo del teatro, come spifferi di freddo invernale da ogni fessura. 

Quando Hawks raggiunge la sua postazione sul fondo del teatro, avvolto nelle tenebre dietro l'ultima fila di sedili, la pedana rialzata davanti a lui è ancora avvolta nell'oscurità. Gli unici punti di luce vengono da alcuni spettatori che non hanno ancora spento i loro cellulari. 

Le porte che danno sulla pedana si aprono di colpo. La prima cosa che vede è una sagoma interamente nera che si staglia contro un muro di fiamme.

La figura viene avanti, i fari si accendono, Hawks ha la bocca secca. 

Enji, l'Endeavor, è un uomo di un'altra categoria.

Lo ha pensato quella mattina, quando, facendogli un'imboscata nel suo ufficio, lo aveva trovato con una larga maglietta bianca dallo scollo a v tenuto morbidamente insieme da dei lacci color cuoio e circondato da scartoffie, e lo pensa adesso, che lo vede nel suo costume di scena. 

Enji fa roteare intorno al suo corpo un bastone con entrambe le estremità in fiamme. Cammina con passo sicuro, il suono degli stivali al ginocchio sulla pedana rimbomba nel silenzio del teatro. Raggiunge il centro della pedana e soffia sulle fiamme. La colonna di fuoco che si innalza sembra riempire l'intero teatro, la musica parte, epica e profonda, l'onda d'urto di calore raggiunge Hawks, nascosto sul fondo, e Hawks non è sicuro che dipenda solo dal fuoco.

Il gilet di pelle sembra troppo stretto sulle spalle di Enji, gli lascia scoperte le braccia muscolose - ognuna gli sembra grossa quanto lui e Hawks freme sul posto - i pantaloni attillati mostrano ogni curva dei muscoli. 

Endeavor aggiunge un secondo bastone al primo, i giochi si fanno più articolati. Una seconda colonna di fuoco si innalza dalla sua bocca e, su un colpo secco della musica, dal soffitto cadono due teli di un rosso cremisi.

Hawks recupera la concentrazione in un attimo. Comincia a scendere i gradini degli spalti fino a ritrovarsi ai piedi della pedana. Enji guarda in basso verso di lui e allunga la mano, Hawks la afferra e si lascia sollevare sulla pedana. 

Hawks gli sorride e, per non farsi mancare niente, gli ruota intorno un paio di volte, facendo scivolare una mano sulla pelle del suo petto, lasciato scoperto dal gilet, e sulle sue spalle. Hawks si gode l'espressione corrucciata sul viso di Enji davanti a quella deviazione dal copione, poi si allontana da lui di scatto, come se fosse un amante capriccioso che finge disdegno, e raggiunge i suoi teli.

Hawks accarezza la stoffa leggera, la consistenza è confortevole sulle sue mani. Sa di calore, di libertà. 

Hawks afferra ogni telo con una mano, comincia a correre in cerchio sul bordo esterno della pedana fino a prendere ritmo, fino a sentire i suoi piedi pronti a staccarsi dal pavimento, e allora salta. La gru che tiene i teloni solleva il braccio, alza i teli. Hawks sente la stoffa leggera gonfiarsi dietro di lui ed è come volare. Il suo corpo si libra leggero in aria, il suo cuore è leggero nel petto. I pesi sulle sue spalle rimangono a terra, non c'è posto per loro lassù, e Hawks si sente sorridere, uno dei pochi sorrisi onesti che ancora gli rimane.

Avvolge sapientemente i teli intorno al suo corpo, lo piega in figure splendide che lasciano gli spettatori a bocca aperta, poi si lascia cadere, fidandosi del fatto che i suoi teli lo reggeranno. Si fida di loro, si fida della propria capacità di legarli, una delle poche certezze che gli resta, un ultimo legame rassicurante e non soffocante - sostenuto, non ingabbiato.

La musica si avvicina alla fine, la stanchezza comincia a sentirsi. Hawks slega i teli, lascia che si gonfino dietro di lui, come le ali che sognava di avere da bambino.

I suoi piedi toccano di nuovo terra, e solo allora Hawks ricorda dove sia, grazie allo scroscio di applausi che arriva ovattato alle sue orecchie. Si inchina, sorride come se quello che ha fatto non fosse niente di speciale. Nota che Enji non è più sulla pedana, non sa quando sia andato via. 

Ha il fiatone quando mette piede dietro le quinte. Enji è lì, ha le braccia incrociate e gli occhi fissi su di lui. Il trucco scuro fa risaltare ancora di più il blu profondo dei suoi occhi.

“Che ci fai veramente qui?” chiede secco, la sua voce è un rombo sotterraneo, fa vibrare tutto ciò che lo circonda, Hawks compreso.

“Te l’ho detto,” Hawks sfodera il suo tono più seducente e sbatte le palpebre nella sua direzione un paio di volte, “ho sempre voluto unirmi a un circo.”

“Nessuno vuole unirsi a un circo”

Hawks si rabbuia. Pensa a suo padre che ha deciso di farsi sparare un bel giorno, pensa a sua madre che passa la sua vita a cercare di ripagare i debiti che si è lasciato alle spalle anche a costo di dimenticarsi di lui. Pensa che non vuole finire così, al fatto che farebbe di tutto per andarsene, anche infilarsi nell'ufficio del direttore di un circo che non conoscerlo e convincerlo a dargli una chance, anche se soltanto per una sera. “Ho bisogno di sparire da questa città, almeno per un po’,” ammette.

Enji sposta lo sguardo e lo riporta sul centro della pedana, dove gli artisti del numero successivo hanno già cominciato ad affollarsi. Hawks fa per andare via.

“Porterai guai, non è così?” lo ferma Enji.

“E’ probabile”

“Domani mattina partiamo alle sei. Dal prossimo spettacolo sarai uno dei numeri di chiusura.”

E’ la cosa più vicina ad un benvenuto in famiglia che Hawks può avere. Lo sa. Gli scalda il petto comunque. 


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