end of the war
Feb. 27th, 2021 05:41 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Missione: M2 - Guerra spaziale
Parole: 1765
Rating: SAFE
Keith sa di non avere più tempo.
Le cose non dette tra loro, quello strano silenzio che non gli appartiene, va avanti da ormai troppo tempo. Non vuole avere altri rimpianti.
Non ha più senso salvaguardare un cuore che potrebbe smettere di battere da lì a poche ore.
Keith si fa largo per i corridoi dell'Atlas, andando controcorrente rispetto alla fiumana di gente diretta agli hangar con le navicelle. I civili stanno evacuando, i preparativi per la battaglia sono in pieno svolgimento. Keith va a sbattere contro qualcuno, ma non è importante, prosegue ancora fino a raggiungere il ponte di comando.
Davanti alla porta che tarda qualche istante ad aprirsi, Keith si rende finalmente conto di quanto furiosamente stia battendo il suo cuore.
Shiro è alla sua postazione, dalla pedana rialzata soprassiede alle operazioni dell'intera sala di comando. Tiene il datapad stretto in mano, l'anello di fidanzamento riflette le luci della consolle mentre da gli ultimi ordini e controlla che tutto proceda secondo i piani. La sua voce da comandante è impeccabile, nessuno si sognerebbe mai di disobbedire ad un ordine dato con quel tono fermo. E' così diversa dalla voce con cui era solito rivolgersi a Keith nelle morbide ore che precedono l'alba, quando gli incubi tenevano entrambi svegli e si trovavano a vagare per i corridoi o a guardare le stelle dagli stessi tetti. Keith non ricorda più quando l'abbia sentita per l'ultima volta.
Shiro si volta, lo vede lì, fermo in attesa, e sgrana leggermente gli occhi, vigile e in allerta, già preparandosi al peggio. "Keith," dice in un soffio. "E' tutto okay?"
"Devo parlare con te"
"C'è qualche problema?" chiede facendo un passo verso di lui.
"Non riguarda la missione"
"Allora-"
"No. Non può aspettare"
Shiro annuisce. Si guarda intorno per un momento. I preparativi procedono spediti, ancora qualche momento e tutto sarà pronto per prendere il volo e raggiungere la flotta galra appostata in orbita sopra le loro teste. Annuisce e guida Keith in un corridoio deserto. Il silenzio intorno a loro è teso, il ronzio del motore arriva distante.
Adesso che Keith è di fronte a lui fa fatica a trovare le parole. Gli occhi gli cadono nuovamente sull'anello al dito di Shiro. E' una semplice fascia argentata, incastonato al centro un piccolo brillante splende sotto le luci al neon del corridoio.
"Scegli me," dice Keith, non staccando gli occhi da quel punto di luce.
"Cosa?"
Keith alza lo sguardo su Shiro. "Quando sarà tutto finito- Non sposarti. Scegli me."
Gli occhi di Shiro si fanno lucidi, Keith sente il proprio cuore andare in frantumi. Ma va bene così, una volta che una cosa è rotta si possono rimettere insieme i pezzi. Non tornerà mai come prima, ma forse è meglio che vederla in bilico e aspettare che cada. Keith ha bisogno di credere che sia meglio.
La porta si apre, un membro della crew richiama Shiro. Devono prepararsi a partire, Keith deve raggiungere Voltron. Deve sopravvivere a questa battaglia, poi potrà andare i missione con le Blades, mettersi tutta quella storia alle spalle. Prendere le pinzette e cominciare a rincollare i frammenti di vetro.
"Avevo solo bisogno di dirtelo."
Keith volta le spalle a Shiro. Viene bloccato da Shiro, che lo afferra per un polso. Keith non ha il coraggio di voltarsi.
"Ho accettato di sposarmi per cercare di dimenticare te," la voce di Shiro è meno stabile, meno generale, più ore che precedono l'alba. "La persona che voglio... Sei tu. Sei sempre stato tu."
L'allarme suona. Non hanno più tempo.
Keith ruota la mano nella presa di Shiro, fino ad intrecciare le dita alle sue. Le stringe forte, per un momento. Non ha ancora il coraggio di voltarsi. Shiro ricambia la stretta e non dice altro.
L'allarme suona nuovamente, il rumore è assordante nel corridoio deserto, e Keith non riesce a trattenere il sorriso che gli sorge sulle labbra. Lascia andare la mano di Shiro e si dirige di nuovo verso il leone nero di Voltron.
Vuole che quella battaglia finisca in fretta, vuole porre fine a quella guerra che ha occupato ogni istante della sua vita per troppo tempo. Non vede l'ora di cominciare il resto della sua vita, con Shiro.
Distante, Keith può vedere l'Atlas combattere da sola. Vorrebbe direzionare Voltron in quella direzione, andare a dare una mano a Shiro, ma anche loro sono circondati.
Da' l'ordine a Hunk di ingaggiare il cannone, e con quello colpisce una nave da guerra garla che stava per attaccare Shiro e l'Atlas alle spalle, non c'è molto altro che possa fare per lui, ma spera possa essere sufficiente.
Il campo di battaglia è il caos più totale, e Keith non riesce a pensare ad altro oltre l'adrenalina che lo tiene attaccato al momento.
Astronavi esplodono in ogni dove, e Keith non può fare altro che sperare che la maggior parte non siano le loro, i bagliori di luce sono accecanti, come stelle che esplodono nel buio che li circonda. Keith riesce a sentire solamente il battito del suo cuore e le urla degli altri occupanti di Voltron dall'interfono.
La voce di Pidge è improvvisamente più chiara. "La nave principale," sta urlando. "Se colpiamo quella le altre saranno alla deriva!"
"Facciamolo!" urla Allura. Nella sua voce Keith può sentire sottili note di impazienza. E' quella che ha perso di più in quella guerra di cui finalmente riesce a intravedere la fine, Keith non può biasimarla, ma non può permettere che perda la concentrazione.
"E' la più protetta!" ribatte Lance. "Non possiamo caricare a testa bassa."
"Abbiamo il cannone," interviene Hunk. Il cannone del suo leone è ancora equipaggiato. "Possiamo fare un po' di piazza pulita con quello."
"Facciamolo."
Keith apre le comunicazioni con l'Atlas. E' Veronica a rispondere. "Fai evaquare tutte le nostre navi dal settore C7 al C9," le dice senza convenevoli.
Keith si aspettava di trovare resistenza, ma questo non avviene. "Possiamo darvi un minuto prima di attaccare di nuovo. Non possiamo rischiare rientrino nella nave principale e battano in ritirata"
I galra non battono mai in ritirata, pensa Keith, ma non c'è tempo per dirlo.
La navicelle vengono evacuate, Hunk carica il cannone alla massima potenza. Il suo raggio di un giallo brillante sembra rischiarare tutto intorno a loro, le esplosioni che innesca tingono il cielo come una pioggia di meteore. Il passaggio verso la nave principale è libero.
Keith apre ancora una volta le comunicazioni con l'Atlas.
"Shiro!"
"Ci sono!"
Non hanno bisogno di altro, sanno entrambi cosa fare.
Attaccano contemporaneamente la nave da due lati. Il cannone può fissarsi solo su una delle due. Scegli l'Atlas, e Keith non può fare nulla se non guardare la nave venire colpita, mentre affonda la spada di Voltron nella pancia dell'astronave.
Era finita.
Le ultime astronavi galra si muovono scoordinate, l'ultimo tentativo di un attacco senza speranze. I loro cadetti possono occuparsene senza problemi. Keith è abbastanza sicuro di vedere la navicella di Griffith farne fuori cinque in una manovra unica e sorride. Quel ragazzo farà strada.
Keith appoggiò la testa al sedile di comando del suo leone. Tutto intorno a lui sembra attutito.
"L'abbiamo fatto," arriva la voce di Lance dall'interfono. "L'abbiamo fatto davvero."
Insieme alla sua voce arrivano i leggeri singhiozzi di Allura, quella che ha perso di più in quel conflitto. Dopo un momento, arrivano anche le urla di Hunk.
Keith si sente ancora in stato catatonico. L'unica cosa a cui riesce a pensare è Shiro. Vuole vederlo, vuole farsi confermare da lui che è veramente tutto finito.
Hanno vinto.
Rientrano nell'atmosfera e atterrano alla base militare. Può vedere la gente festeggiare, abbracciarsi commossa. Keith scende dal suo leone e non si ferma con loro, corre verso dove l'Atlas è atterrata. Corre a bordo, e per la seconda volta nella spanna di poche ore si ritrova ancora a correre controcorrente - mentre tutti spingono per uscire e unirsi ai festeggiamenti, Keith punta al nucleo centrale, alla sala di comando.
Quando apre la porta si blocca sul posto.
Shiro è inginocchiato a terra, Curtis, accanto a lui, cerca di aiutarlo ad alzarsi. In un attimo, Keith è da lui.
"Il colpo..."
"Sto bene," Shiro alza la testa e cerca di sorridergli, ma si può leggere sul viso quanto sia esausto. "La trasformazione dell'Atlas... è come controllare tutto Voltron da soli. Sto bene."
Keith lo aiuta a spostarsi, fino a raggiungere un punto dove può restare seduto a terra ma appoggiare la schiena contro qualcosa. Curtis si allontana a prendere dell'acqua.
Shiro appoggia la testa alla parete dietro di lui, chiude gli occhi e sorride.
"L'abbiamo fatto," dice in un sussurro.
Solo in quel momento, Keith si permette di crederci seriamente. "Sì. L'abbiamo fatto."
La testa di Shiro scatta in avanti, spalanca gli occhi. "Dobbiamo parlare con gli alleati, cominciare i lavori di smantellamento delle basi galra e di ricostruzione dei-"
"Domani," lo interrompe Keith. "Possiamo farlo domani."
La tensione abbandona le spalle di Shiro, annuisce. "Domani," concorda. I suoi occhi si fissano sulla porta, si fanno tristi. "Devo chiudere con lui."
"Puoi fare domani anche quello."
Lo sguardo di Shiro si sposta su Keith, gli occhi pieni di cose da dire mentre nessuna parola lascia le sue labbra. E' lo stesso sguardo con cui lo ha sempre guardato, e Keith si chiede come abbia fatto a non rendersi conto di nulla fino a quel momento. Pensa a tutta alla sofferenza che potevano entrambi si sarebbero potuti risparmiare, pensa a quanto Shiro debba essere stato male per arrivare ad accettare una proposta di matrimonio. Shiro appoggia la mano sulla sua, interrompendo il flusso dei pensieri. Il calore sembra diffondersi all'intero corpo di Keith.
"Non può aspettare. Non voglio perdere un altro momento con te"
Keith volta il palmo verso l'alto e intreccia le dita a quelle di Shiro, più grandi e nodose delle sue, della dimensione perfetta per esservi intrecciate. Keith si ferma a guardare il modo in cui le loro mani si intrecciano, il calore che quella vista risveglia nel suo petto è come nient'altro che abbia mai sentito in vita sua, niente che non fosse Shiro.
Shiro fa per alzarsi, ma Keith lo trattiene. Si avvicina a lui e appoggia le labbra sulle sue e il cuore gli ruggisce nel petto. Le labbra di Shiro sono secche e screpolate e sono la cosa migliore che Keith abbia mai assaggiato.
Per mettere le cose al loro posto possono aspettare il giorno dopo, i drammi e i cuori infranti possono aspettare il giorno dopo, ma questo... per questo hanno già aspettato fin troppo.