Mar. 6th, 2020

On you

Mar. 6th, 2020 12:37 pm
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Titolo: On you
Fandom: Haikyuu
Prompt: M3 - L’invisibile sexy boutique
Parole: 520
Rating: safe

Kuroo si guarda intorno con fare sospetto un paio di volte, guarda avanti e indietro sul marciapiede cercando di mantenere un’aria vaga, fino a che non si decide ad entrare nel negozio.
“Benvenuto all’Invisibile Sexy Boutique”, esclamò il ragazzo alla cassa non appena lo vide entrare. Aveva una voce gentile e i capelli castano chiari.
Kuroo saltò sul posto e divenne tutto rosso.
“Se serve aiuto non esitare a chiedere”, continuò il ragazzo.
“Certo”, borbottò imbarazzato Kuroo prima di sparire in una delle corsie.
Cominciò a percorrere le corsie piene di biancheria intima, la maggior parte femminile, sperando di trovare quello che cercava senza bisogno di chiedere al ragazzo alla cassa. Si chiese distrattamente come facessero le ragazze e trovare la loro taglia in quel marasma di lettere e numeri.
Arrivò a un settore che sembrava promettente, aveva principalmente baby doll, giarrettiere e reggicalze. Cominciò a scorrere i reggicalze, ma tra taglie, numeri e tessuti non sapeva bene come orientarsi. Fece passare le mani su tutti i tessuti, fino a trovarne uno che era piacevole al tatto e decise per quello. Passò poi alla scelta del colore. Provò ad immaginare come potessero stare quei colori addosso, il contrasto che avrebbero creato contro la sua pelle chiara, su quelle gambe lunghe e sode. Dovette interrompere immediatamente quel flusso di pensieri. Rimaneva solo il problema della taglia adesso, ma su quella non sapeva proprio come orientarsi. Cercò di mantenere un contegno, nonostante il cuore gli battesse all’impazzata, mentre chiedeva se la giarrettiera che aveva scelto potesse andare bene per un ragazzo leggermente più magro di lui, ma più alto. Il ragazzo fu estremamente professionale, gli indicò la taglia migliore e gli consigliò anche le calze da abbinarci.
Kuroo mise la bustina nello zaino e si avviò verso casa.
“Sono a casa”, salutò aprendo la porta.
Tsukishima era sdraiato sul divano, leggeva il libro tenendolo sopra la testa.
“Ti ho preso una cosa”, gli disse.
Tsukishima chiuse il libro e si mise seduto sul divano. Kuroo prese la bustina dallo zaino e gliela porse. Tsukishima la aprì con mani tremanti dopo aver riconosciuto il nome. Tirò fuori il reggicalze di pizzo nero, e prese in mano le calze, cominciò a passarci sopra le dita con delicatezza.
“Credevo che-”
“Quando ho trovato la tua scatola l’altro giorno ci sono rimasto male perchè non ti sei mai sentito abbastanza a tuo agio per dirmelo”, lo interruppe Kuroo. “Voglio tutto. Tutto quello che sei”
“Non sei costretto”, gli disse Tsukishima tenendo lo sguardo basso.
Era uno dei suoi momenti di fragilità. Erano pochi, ma stava cominciando a mostrarli davanti a lui e Kuroo non poteva che vederlo come un progresso nel loro rapporto.
Kuroo si avvicinò a lui e lo strinse con un braccio, facendogli nascondere la testa nel suo collo. Sentì le mani di Tsukishima scivolare sui suoi fianchi e ricambiare la stretta.
“Non lo sto accettando passivamente”, lo rassicurò Kuroo. “E’ solo che sulle tue gambe troverei sexy anche un pigiama di plaid”.
Kuroo non poteva vedere il viso di Tsukishima, ma era sicuro che fosse arrossito fino alla punta dei capelli. Ne sorrise.

traitor

Mar. 6th, 2020 12:39 pm
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Titolo: traitor
Fandom: Boku no Hero Academia
Missione: M1 - Colpo di scena
Parole: 350
Rating: safe

Dell’arena non erano rimaste che macerie. La maggior parte dei civili era riuscita a mettersi in salvo, ma alcuni erano rimasti intrappolati. Studenti e insegnanti stavano facendo del loro meglio per salvare tutti e tenere a distanza i nemici, ogni pensiero sul festival sportivo teoricamente ancora in corso era ormai stato dimenticato.
Shigaraki, nel centro delle armate nemiche, con il lungo cappotto nero che svolazzava agli spostamenti d’aria causati dalla distruzione, continuava a indicare a ognuno degli scagnozzi dove attaccare, come un direttore d’orchestra. La mano non copriva più il suo viso, tutti potevano vedere quegli occhi spiritati, il sorriso folle e la pelle screpolata.
L’intera 3-A stava facendo del suo meglio, ognuno dedicandosi a un compito diverso: c’era chi si occupava del salvataggio, chi di trattenere i nemici.
A poco a poco, grazie all’aiuto dei professionisti arrivati sul posto, gli eroi sembrarono riuscire ad avere la meglio. Shigaraki, rimasto ormai scoperto e circondato da eroi in grado di sopraffarlo, fu costretto a chiamare Kurogiri per farsi trasportare via. Aprì un portale accanto a lui, ma Shigaraki non aveva ancora finito.
Il portale lo trasportò sulle gradinate, dove gli eroi addetti al soccorso stavano impiegando le loro forze. Comparve immediatamente accanto a Uraraka. L’intera classe si mise in posizione di guardia. Shigaraki le mise un braccio intorno alle spalle, le fece sollevare la testa per guardare la sua intera classe. Cominciarono a urlargli di lasciarla andare.
“E’ ora che sappiano chi li ha traditi”, le disse Shigaraki. “Chi ci ha sempre permesso di sapere dove fossero”.
L’intera classe si immobilizzò sul posto, congelata per lo shock. Nessuno voleva credere a quelle parole. Uraraka non si oppose, non negò, abbassò gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime, ma Shigaraki le fece nuovamente alzare la testa, la costrinse nuovamente a guardarli.
Kurogiri aprì un nuovo portale accanto a loro. Uraraka vi entrò per prima, senza fare resistenza, senza costrizione. Si voltò un secondo appena nella loro direzione, poi sparì nel buio. Shigaraki si concesse un momento per sorridergli, prima di sparire anche lui nel portale.
La vittoria fu amara quel giorno.
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Titolo: the truth about
Fandom: Haikyuu
Missione: M2 - Grecia
Parole: 2000
Rating: safe

"Non capisco perchè lo fate", dice improvvisamente Sugawara.
E' seduto sul letto, con le ginocchia piegate e i gomiti appoggiati sopra, coperto solo da un leggero lenzuolo.
Sawamura si gira tra le lenzuola, punta il gomito sul materasso e appoggia la testa alla mano.
"Facciamo cosa"
"Non capisco perchè voi umani vi ostiniate tanto. Perchè stare male per un amore finito quando se ne può cominciare uno nuovo?". Sugawara fa vagare lo sguardo oltre la finestra, la luce del mattino penetra quasi accecante dalla finestra aperta. "Ho perso il conto delle volte in cui ho mandato un nuovo amore a qualcuno che stava soffrendo e quello lo ha totalmente ignorato"
Sawamura sorride, ma c'è qualcosa di accondiscendente nel suo viso.
"Prima o poi capirai", dice solamente, criptico e allusivo e Sugawara vorrebbe protestare, vorrebbe dirgli che lui vuole capirlo adesso, ma Sawamura si avvicina a lui e comincia a baciargli la spalla e qualunque pensiero che riguardi il mondo al di fuori di quella stanza svanisce.

Sugawara era il dio dell'amore, ma dell'amore non ci ha mai capito molto. Aveva sempre pensato che l'amore fosse una cosa semplice, che bastasse stare con qualcuno che facesse star bene e passare al successivo quando le cose smettevano di funzionare con quella persona, Era sempre stato un dio leggero e volatile e se funzionava per lui non vedeva perchè non dovesse funzionare anche per gli uomini, eppure continuava a vedere gli umani stare male, soffrire per amore e comunque rifiutare le sue offerte di nuova felicità, ostinarsi per trattenere qualcuno che non poteva più dargli quello di cui avevano bisogno.
E continuava ad essere affascinato dalla pura bellezza che gli umani erano in grado di tirare fuori da quella sofferenza, dalla loro capacità di trasformare il dolore in arte. Ricordava una poetessa, Saffo, non sa più quanti anni siano passati, che ha amato e perduto decine di giovani fanciulle, passate per la scuola per imparare ad essere le buone mogli di qualcun altro, ogni volta aveva sofferto e ogni volta aveva scritto. Opere talmente belle che toccavano il suo cuore, che gli facevano sentire nostalgia per una sofferenza che non aveva mai provato. Ma c'era dell'altro. La cosa degli umani che in assoluto lo lasciava più perplesso era la loro volontà di non arrendersi, la fede incrollabile che, se una volta era andata male, la volta dopo sarebbe andata meglio; il loro gettarsi a capofitto di nuovo, con qualcun altro, ricostruire tutto solo per vederlo crollare nuovamente. Non riusciva a capire. Non riusciva a capire quella sofferenza, non riusciva a capire cosa spingesse gli uomini ad andare avanti, perchè si ostinassero tanto nel volersi invischiare nuovamente in qualcosa che li aveva fatti soffrire tanto, la volontà di aprirsi nuovamente a qualcuno di nuovo, a dare nuovamente a qualcuno le armi per ferirli così profondamente. Erano come bambini che avevano scoperto che il fuoco bruciava, ma continuavano a metterci le mani ad ogni occasione possibile, bruciandosi ogni volta, e continuando all'infinito. Non riusciva a capire quale dovesse essere il suo ruolo in tutto quello.

Ricorda ancora la prima volta che ha visto Sawamura. Era ad un banchetto, stava bevendo vino in un angolo chiacchierando con Oikawa, il dio della lussuria, quando l'aveva visto entrare nella stanza. Il suo sguardo si era bloccato su di lui, il suo cuore aveva saltato un battito. Si era chiesto se era quello che provassero gli umani quando venivano colpiti dalla sua freccia.
Glielo avevano presentato come una nuova divinità, un uomo appena accolto nel concilio degli dei, reso dio della giustizia per la sua rettitudine. Gli avevano offerto la carica e lui aveva accettato, ma non per l'immortalità. Aveva accettato per poter aiutare gli uomini ad essere giusti, perchè avessero una guida nel tentativo di essere la versione migliore di loro stessi.
Da lì c'era voluto poco tempo prima che scivolassero in quella sorta di frequentazione o amicizia con benefici, come la chiamava Oikawa. Sugawara, un giorno, gli aveva anche chiesto se quello che stessero facendo fosse accettabile per un dio della giustiza.
Sawamura aveva riso, gli aveva detto che essere un uomo retto non voleva dire privarsi dei piaceri, ma solo fare in modo che il proprio piacere non nuocesse a nessuno e, dal momento che nessuno dei due era impegnato, non stavano facendo del male a nessuno con quella storia.
Sugawara aveva dovuto ammettere che aveva senso come ragionamento. Non ne avevano più parlato. Erano passati mesi e la loro situazione non si era mai evoluta oltre quello. A Sugawara andava bene così. Non importava che più tempo passasse con lui più avesse voglia di passarcene, e non era importante che spesso, dopo aver soddisfatto i loro bisogni, rimanessero semplicemente sdraiati lì, abbastanza vicini da sentire la pelle delle loro spalle sfiorarsi, a parlare di tutto e di niente. Non era importante, non era così che funzionava per lui.

"Potremmo uscire", gli dice un giorno Sawamura.
Sugawara, sdraiato comodamente tra le lenzuola apre gli occhi e volta leggermente la testa verso di lui. Alza un sopracciglio.
"Uscire?"
"Sì, non so bene cosa facciano le divinità in questi casi, ma sì"
"Tipo un appuntamento?"
"Tipo un appuntamento", gli conferma Sawamura con un sorriso luminoso.
Sugawara scoppia a ridere. L'espressione di Sawamura si gela sul suo viso, il sorriso scema lentamente.
"Noi non funzioniamo così", dice Sugawara.
Sawamura sorride di nuovo, ma è un sorriso amaro. Evita il suo sguardo.
"Hai ragione, scusa", dice.
Si alza e comincia a rivestirsi.
"Non devi andare via", prova a fermarlo Sugawara.
"Io- Mi sono ricordato che ho delle cose da fare"
Sugawara vorrebbe provare a trattenerlo, ma non sa cosa fare nè cosa dire. Non è neanche sicuro di sapere che cosa abbia sbagliato. Sugawara finisce di recuperare le sue cose sparse per la stanza nell'impeto della passione della sera precedente ed esce senza dire nulla, non lo saluta neanche.
Sugawara rimane lì, ancora nudo e coperto appena dal tessuto leggero delle lenzuola.
Sente improvvisamente freddo. Si avvolge meglio nel lenzuolo per cercare si scacciarlo via.

Le volte dopo che Sugawara prova a entrare in contatto con lui, Sawamura è sempre impegnato. La maggior parte delle volte sono scuse e Sugawara lo sa, ma non sa come confrontarlo al riguardo.
Un giorno, finalmente, è Sawamura ad andare da lui. Sugawara può vedere la tensione annidiata nell'intero suo corpo. Lo fa entrare, gli offre un bicchiere di vino.. Sawamura accetta e solo dopo averlo bevuto fino all'ultimo sorso parla.
"Non dovremo vederci più", dice.
Tiene lo sguardo basso e passa le dita nervosamente sulle incisioni sui bordi del calice di bronzo. Sugawara sente qualcosa rompersi dentro di lui, ma non è sicuro di essere in grado di identificare cosa.
"Cosa è cambiato?", chiede.
Sawamura agita nervosamente una gamba mentre cerca di cominciare a parlare un paio di volte, ma si interrompe e ricomincia. Alza finalmente lo sguardo su Sugawara, ha un sorriso sulle labbra ma i suoi occhi sono tristi.
"E' come dici tu", dice. "Quando una persona non ci rende più felici, la cosa migliore è cercare qualcun altro invece di restare lì a soffrire. Non so bene se funzioni come cosa, ma ho deciso di dare una possibilità alla tua teoria. Andare avanti, passare al prossimo"
Sugawara sente allargarsi la crepa che si è aperta in lui.
"Certo. Fai bene", dice alla fine, più per cercare di non far crollare la facciata che per convinzione.
Sawamura si alza dalla sedia, lo ringrazia per il vino e si avvia verso la porta.
"Cosa è andato storto?", gli chiede Sugawara.
"Nulla è andato storto, è solo che io volevo di più di quello che avevamo". Il sorriso triste ricompare sul suo viso e Sugawara vorrebbe farlo sparire, vuole rivedere il viso sorridente di Daichi quando passavano il tempo insieme a rotolarsi tra lenzuola sfatte e attorcigliate.
"Tu sei sempre stato chiaro", dice ancora. "Sono io che ho cominciato a desiderare di avere anche quello che non puoi dare. Ma dovevo fare la cosa giusta e venire a dirtelo di persona".
Daichi esce di casa.

Sawamura capisce in quei giorni. Capisce cosa voglia dire avere il cuore spezzato, capisce perchè gli umani soffrano, capisce perchè continuino ad aggrapparsi ad una sola persona, nonostante faccia male. E, soprattutto, capisce quanto la sua idea fosse sbagliata: gli uomini non si rifiutano di vedere le nuove occasioni di felicitò che si presentano loro, non rifiutano di vedere le nuove persone che potrebbero entrare a far parte della loro vita e renderli felici. Non li vedono proprio. Non li vedono perchè continuano a cercare quella felicitò, quella persona, quella sensazione. Quell'amore.
Non l'amore di un altro qualsiasi.
E soprattuo Sugawara capisce in quei giorni che gli amori non sono tutti uguali, che uno non vale l'altro. E lo capisce nel momento in cui, nella sua vita, sente che manca un pezzo e sa che quel pezzo ha la forma di Sawamura.
Il colpo di grazia arriva nel momento in cui scopre che Sawamura sta veramente seguendo il suo metodo. Ha cominciato ad uscire con una divinitò minore, Michimiya. Sugawara non sa bene che divinità sia, l'ha vista qualche volta di sfuggita. Ha le sembianze di una fanciulla alta e slanciata, con grandi occhi castani e un sorriso gentile. Li vede una volta camminare insieme, ridono mentre passeggiano e Sugawara sa che lì dovrebbe esserci lui, che dovrebbe essere lui a stare lì, a ridere con Sawamura.
Era questo quindi quello che voleva Sawamura. La possibilità di uscire insieme. di ridere insieme, di fare cose che non fossero solo sesso.
Non sa bene perchè lo stia facendo, ma Sugawara si avvia verso casa di Sawamura, si siede sul gradino davanti la porta, si stringe le ginocchia al petto e aspetta. Comincia a sentire freddo, le gambe sono intorpidite per essere rimaste nella stessa posizione troppo a lungo, ma rimane lì in silenzio, stretto su sè stesso, cercando di trattenere le lacrime.
Gli sembra di aver letto qualcosa del genere in molte di quelle poesie: l'amante che rimane fuori dalla porta di casa in attesa di un segno di qualunque tipo. Sugawara non sa se Sawamura sia in casa, non ha avuto il coraggio di bussare, non sa se sia ancora in giro con Michimiya, non sa neanche se tornerà a casa quella notte e il suo stomaco si annoda all'idea che possa decidere di passare la nottate con Michimiya.
Deve essersi addormentato, perchè si risveglia con qualcuno che gli tocca la spalla e chiama gentile il suo nome.
Quando apre gli occhi la prima cosa che vede è il viso di Sawamura.
"Che ci fai qui?", gli chiede preoccupato.
Sugawara afferra i suoi abiti e nasconde la testa sul suo petto, inspira a fondo il suo odore e le lacrime cominciano a scendere copiose, quasi fino a soffocarlo.
"Ho sbagliato tutto", ammette. "Tutto. Non funziona. Sostituire qualcuno in quel modo, passare da una persona all'altra non funziona. Non sono te. Voglio te"
Sawamura gli appoggia le man sulle spalle.
"Lo so che non funziona", dice.
Sugawara alza lo sguardo, ha gli occhi che gli bruciano per le lacrime e sicuramente non deve essere uno bello spettacolo, ma Daichi gli sorride e il calore raggiunge i suoi occhi.
Sugawara si sporge verso di lui per baciarlo, ma Sawamura si allontana. Qualcosa si rompe nuovamente in Sugawara.
Sawamura appoggia la fronte alla sua.
"Vorrei farlo, davvero. Mi è mancato da morire, ma al momento sono ufficialmente impegnato con un'altra persona e non sarebbe giusto", gli dice.
Sugawara non sa se ridere o piangere, ma non si sarebbe potuto aspettare nulla di diverso dal dio della giustizia. Sawamura si alza e gli porge la mano per aiutarti ad alzarsi.
"Resta con me, stanotte", gli chiede, non lasciando andare la sua mano.
"Ma hai appena detto-"
"E infatti non faremo niente, solo.... Resta a dormire con me"
Sugawara sorride. Annuisce.
Sdraiato nel letto, con il calore di Sawamura intorno a lui Sugawara sente nuovamente tutto al posto giusto. Il freddo è lontano.

warmth

Mar. 6th, 2020 12:43 pm
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Titolo: Warmth
Fandom: Haikyuu
Prompt: M2 - Sudafrica
Parole: 260
Rating: nsfw

Nel buio Hinata non può vedere molto, può solo sentire. La brezza primaverile gli scompiglia i capelli. Sente il rumore del mare che sbatte contro la riva e torna indietro. Sente la sabbia fresca contro la sua schiena, quando la sua maglietta leggera viene sfilata via da due paia di mani perfettamente coordinate tra loro, abituate a lavorare in simbiosi. Sente un paio di labbra baciargli la scapola e un altro passare sul suo collo. Sente dita che gli accarezzano i fianchi e altre dita che si incastrano tra i suoi capelli, facendogli voltare la testa per rubare un bacio. Sente i gemiti di Atsumu e quelli più contenuti di Osamu. Il loro tocco è diverso, la loro voce è diversa, come sono diversi in tutto quello che fanno. Hinata li conosce da sempre, ormai ha imparato a distinguerli, può riconoscere la punta delle dita di Atsumu che gli sfiora la linea degli addominali e le mani agili di Osamu che vanno ad armeggiare con il bottone dei suoi jeans fino ad infilarsi dentro. Hinata si inarca all'indietro, spingendo la testa contro Osamu che gli ruba un’altro bacio, poi cerca le labbra di Atsumu. Sente il fiato di Atsumu contro il suo collo, scende alla ricerca del suo capezzolo. Hinata si lascia andare, sospira tra il calore dei loro corpi, con il loro fiato sulla sua pelle, con le dita cerca i loro corpi per tirarseli ancora più vicini, per
La sabbia è fresca contro la sua schiena, il mare risuona in sottofondo e Hinata sente calore intorno a lui.
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Titolo: Lettere dall’Alba Dorata: nuovi inizi
Fandom: Black Clover
Missione: M4 - Genere non convenzionale
Parole: 340
Rating: safe

Cara Sorella Lily, bimbi della Chiesa,
la città è grande e caotica, ben diversa dalla calma e dal silenzio di Hage. Da quando sono arrivato non ho ancora avuto molto tempo per andare in giro ad esplorarla, però. Sono entrato in quella che sarà la mia casa d’ora in avanti, il quartier generale dell’Alba Dorata. E’ un palazzo enorme nel centro della città, è pieno di corridoi e non so ancora bene come farò a girare senza perdermi. Ha un cortile interno e ha dei bellissimi giardini, pieni di fiori che non ho mai visto prima, ma è molto diverso dall’essere circondati dai boschi intorno ad Hage. Mi hanno assegnato una stanza ed è enorme, ho persino un letto a due piazze solamente per me. Dormire da solo, però, è ancora molto strano. Mi mancano i calci dei bambini, mi manca anche il russare di Asta! E non pensavo avrei mai detto una cosa del genere. Anche il cibo è molto diverso a quello a cui sono abituato, sto assaggiando molte cose nuove di cui non conoscevo l’esistenza. Sembra che qui nessuno conosca le bohtate - ho provato a chiederle. Comincio a sentirne la mancanza. Qui sono tutti nobili, sono l’unico a non esserlo. Hanno tutti un’aria molto distinta e vestiti molto eleganti. Si tengono a distanza, almeno la maggior parte. Sembrano essere tutti molto attenti alle questioni del rango, della provenienza e della famiglia, tutte cose a cui non sono abituato a prestare attenzione. Non contano molto quando si cresce tutti insieme e senza niente. Il mio responsabile è un tipo piuttosto particolare, continua a parlare della dignità dell’Alba Dorata e di come non dovrei essere qui, ma allo stesso tempo sembra essere molto premuroso e sta sempre attento che non mi manchi nulla. La mia compagna, invece, sembra molto più tranquilla. Anche lei è una nobile, ma parla con me in maniera più normale almeno. E’ strano essere lontani da voi, ma continuerò a fare del mio meglio per raggiungere il mio scopo. Continuerò a tenervi aggiornati.
Yuno.
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Titolo: In the remote part
Fandom: Obey Me
Missione: M4 - Genere non convenzionale
Parole: 364
Rating: safe

27 settembre

- (18.27) Ancora non hai trovato un modo per comunicare dal regno umano?
- (18.27) Immagino che veramente non sia possibile.
- (18.28) E’ strano non poter parlare con te. Non riesco a ricordare di aver mai passato un giorno senza farlo.
- (18.31) Spero che tu stia bene.

6 ottobre

- (12.13) Mammon è nascosto da ieri nel tuo armadio. Sono venuti a cercarlo dei tizi a cui doveva dei soldi.
- (12.13) Nessuno gli ha detto che Satan li ha mandati via subito.
- (12.13) Vogliamo vedere quanto ci mette ad accorgersene.

- (14.03) E’ uscito adesso.
- (14.04) Lo ha tirato fuori Lucifer perchè ha saltato le lezioni.

23 ottobre

- (04.50) Ho sognato Lily.
- (04.52) Vorrei potermi infilare nel tuo letto, ma non ha senso farlo senza te qui.
- (05.10) Spero che tu stia dormendo serenamente.
- (05.10) Buonanotte Belphie.

31 ottobre

- (21.21) Yuki ci ha raccontato che nel regno umano per Halloween ci si traveste e Asmo ha deciso di vestirci tutti, si è anche messo a cucire tutti i costumi. Ne sta facendo uno anche per te.
- (21.21) Ha deciso che ci vestiremo in stile le 1001 Notte.
- (21.22) Non ho capito bene cosa sia, ma ti manderò delle foto.
- (21.22) Yuki dice anche che nel regno umano si va in giro a chiedere dolcetti per Halloween.
- (21.22) Tienine un po’ da parte per me. Voglio assaggiarli tutti!
- (21.23) Non spaventarli troppo. Gli umani. Pare che siano piuttosto fragili.
- (21.24) Passa una buona serata.

4 novembre

- (23.32) Vorrei che tu fossi qui.

25 dicembre

- (10.01) Buon Natale, Belphie.
- (10.01) Ti ho preso un regalo, lo troverai qui quando torni.

11 marzo

- (00.00) Buon compleanno.
- (22.30) Yuki ha fatto una torta alla fragola. Ti sarebbe piaciuta molto. Gli ho detto di lasciarmi la ricetta per quando torni.
- (23.10) Non sono sicuro di dove trovare le fragole però.

18 agosto

- (23.37) Domani è il giorno.
- (23.37) Vorrei dormire per farlo arrivare prima ma non riesco a prendere sonno.
- (23.38) Ho lo stomaco chiuso da stamattina.
- (23.59) A domani Belphie.


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melwrites

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