after the storm
Mar. 21st, 2020 08:06 pmTitolo: after the storm
Fandom: Haikyuu
Missione: M3 - differenza d’età + ff/safe
Parole: 2222
Rating: safe
Note: tw - personaggio con amputazione.
Kageyama si sitemò meglio sulle spalle il mantello color porpora, il colore dei soldati. Non sapeva per quanto ancora l'avrebbe potuto indossare a buon diritto. Si guardò un attimo allo specchio per assicurarsi che il suo braccio sinistro fosse interamente coperto dal mantello, poi uscì di casa, dando ordine ai suoi schiavi di preparare il rituale di purificazione per quando fosse tornato.
Era una mattinata dal cielo grigio, si respirava l'odore di pioggia nell'aria e le temperature si erano abbassate drasticamente nell'ultimo mese, da quando era finalmente tornato a casa. Nonostante fosse già passato del tempo il suo sonno era ancora leggero, in allerta per ogni possibile minaccia e ancora non si era abituato a svegliarsi la mattina nel suo letto, tra lenzuola che profumavano ancora vagamente di cenere, non dopo anni di tende luride e giacigli duri e scomodi.
Kageyama raggiunse il foro e cominciò a navigare agilmente tra la folla. Aveva ben chiaro in mente dove dovesse andare. Superò la zona del mercato e quella dei processi e arrivò alla zona più interna del mercato, quella dove a ogni giorno di calenda, si teneva l'asta degli schiavi arrivati direttamente da Delo.
Non pensava sarebbe mai arrivato il giorno in cui si sarebbe trovato a comprare uno schiavo che si occupasse di lui: aveva sempre considerato deboli gli uomini che vi facevano ricordo, come se non fossero in grado di badare a sè stessi, e invece ora eccolo lì, a non avere altra scelta se non quella. Il pensiero che quello stupidissimo braccio sinistro lo stesse costringendo ad andare contro tutti i suoi principi lo faceva andare su tutte le furie.
Quando Kageyama raggiunse il palco, l'asta era già cominciato. Gli schiavi già comprati erano accatastati alla destra del palco, dove i loro nuovi padroni potevano ispezionarli in ogni dettaglio prima di versare quanto pattuito ai trafficanti. Kageyama si mimetizzò tra la folla e osservò nei dettagli come funzionasse il tutto. Il banditore faceva fare un passo avanti ad uno degli schiavi ammucchiati sul lato sinistro del palco con le catene ai polsi, lo faceva girare su sè stesso mentre ne elencava le qualità e stabiliva il prezzo il partenza, poi cominciava l'asta vera e propria. Il banditore fece venire avanti un paio di ragazzi molto ben piazzati, avevano spalle larghe e braccia muscolose. Vennero presentati come perfetti per il lavori pesanti, ma non erano quello che Kageyama stava cercando. L'asta su di loro fu feroce e, come era prevedibile, il prezzo schizzò alle stelle in un lampo. Alla fine se li accaparrò un nobile che cercava giovani prestanti da mettere a lavorare nella sua tenuta di campagna.
Kageyama rimase a guardare l'asta fin quasi alla fine, quando ormai i più quotati erano già stati venduti. Il banditore chiamò in avanti quello che sembrava a tutti gli effetti un ragazzino, non poteva avere più di sedici anni. Aveva capelli rossi e un fisico esile e mingherlino e si vedeva che il venditore l'aveva tenuto alla fine, quando il foro era ormai meno affollato, proprio per la sicurezza che non ci avrebbe fatto molti soldi. Sembrava esattamente ciò che Kageyama stava cercando. Alzò il braccio e fece la sua offerta. Nessuno provò a ribatterla. Kageyama era appena diventato il proprietario di quel giovane.
Si diresse verso il lato del palco, dove il ragazzo era stato spedito dal banditore. L'addetto gli slegò le mani e il ragazzo cominciò a massaggiarsi i segni rossi che le catene avevano lasciato sulla sua pelle colorata dal sole. Kageyama si prese un momento per esaminarlo con calma. Sembrava leggermente sottopeso, ma per il resto sembrava essere in buona salute, così pagò la cifra concordata.
Uno dei trafficanti gli chiese se dovesse marchiare a fuoco il ragazzo, era un servizio che offrivano e non avrebbe dovuto pagare alcun sovrapprezzo per ottenerlo. Kageyama vide il ragazzo rabbrividire e stringersi nelle spalle.
"Non sarà necessario", rispose Kageyama.
Dopodichè fece cenno al ragazzo di seguirlo e cominciò a camminare per il foro, per la stessa strada da cui era venuto. Rispetto a quella mattina c'era molto meno affollamento, e Kageyama potè camminare con più tranquillità. Ogni tanto si voltava indietro, per assicurarsi che il ragazzo lo stesse veramente seguendo. Solo quando furono usciti dal foro Kageyama gli rivolse la parola.
"Come ti chiami?"
"Hinata", gli rispose quello con voce leggermente tremante.
"Io sono Kageyama", si presentò a sua volta.
Cercò qualcos'altro da dire per cercare di mettere il ragazzo a proprio agio, ma in quel momento sembrava terrorizzato anche dalla sua ombra e Kageyama non era mai stato bravo a confortare la gente, così optò per il silenzio. Hinata camminava nervosamente accanto a lui adesso, continuando a massaggiarsi i polsi. Ogni tanto sembrava che stesse per dire qualcosa, ma scegliesse ogni volta di non farlo.
"Parla", gli disse Kageyama leggermente spazientito all'ennesima volta.
"Posso farti una domanda?"
"Dimmi"
"Perchè hai scelto me? Cioè... rispetto agli altri... Cos- Cosa dovrò fare in casa?", chiese Hinata con voce tremante e evitando il suo sguardo.
Kageyama spostò il mantello per permettere a Hinata di vedere cosa ci fosse sotto il suo mantello. Il braccio sinistro di Kageyama era mozzato poco sotto la spalla.
"Oh", disse solo Hinata, prima di abbassare nuovamente lo sguardo.
"E' successo in guerra un paio di mesi fa", spiegò Kageyama. "Adesso ho qualche problema nel fare alcune azioni quotidiane, come vestirmi o mettere il mantello. Mi servirà aiuto per questo genere di cose.
Hinata annuì e Kageyama gli vide tirare un sospiro di sollievo.
"Credi sarà più facile così rispetto ad essere uno di quegli schiavi occupati nelle faccende di casa?", gli chiese Kageyama quasi con tono di sfida, alzando un sorpacciglio.
"Oh, no, no, assolutamente!", si affrettò a rispondere Hinata, agitando le mani in segno di diniego davanti a sè. "E' solo che... gli altri avevano detto che con il mio fisico sarei stato comprato solamente per-", arrossì di colpo e non riuscì a completare la frase.
"Per scopi sessuali?", concluse per lui Kageyama.
Hinata annuì senza alzare lo sguardo. Kageyama fece passare lo sguardo sul corpo di Hinata. Non era una teoria del tutto campata in aria, molti lo avrebbero trovato attraente e comprato solo per quel motivo.
"Non hanno torno di base", gli disse Kageyama, che non aveva alcuna intenzione di indorargli la pillola su come andassero le cose nel mondo. "Ma no, non sarà quello il tuo compito".
Hinata annuì e si rilassò leggermente. Camminarono in silenzio fino a raggiungere la domus, dove gli altri schiavi di Kageyama avevano già preparato tutto per la purificazione del nuovo schiavo prima che questo entrasse in casa.
Hinata venne spogliato nel cortile davanti alla casa e Kageyama gli versò sulla testa dell'acqua, poi Hinata venne scortato dagli altri schiavi nel bagno della casa, dove una vasca di acqua calda e aromatizzata alla rosa era già stata preparata. Hinata venne lavato e gli venne fornita una nuova tunica per sostituire quella ormai logora che gli avevano fornito i trafficanti. Hinata venne poi accompagnato nella sua nuova stanza: in qualità di servo personale del signore avrebbe dormito nell'anticamera delle stanze di Kageyama. Kageyama aveva dato ordine che le camere venissero preparare prima di uscire.
Kageyama lasciò che Hinata si rilassasse per quella prima sera. Diede ordine che la cena gli venisse recapitata in camera e che gli fosse fornita una tazza di latte caldo da bere prima di andare a dormire. Era incuriosito da quel ragazzino. Si chiedeva come fosse finito a fare lo schiavo, ma aveva la sensazione che quel primo giorno fosse stato già abbastanza ricco di eventi. La curiosità di Kageyama poteva aspettare.
Hinata, nei mesi che seguirono, si adattò bene il suo lavoro. Si occupava principalmente di aiutare Kageyama a vestirsi la mattina e svestirsi la sera, lo aiutava a fare il bagno, a mettere i documenti nell'ordine più funzionale per lavorare e altri compiti di quel tipo. L'unica restrizione che aveva era quella di dover passare la maggior parte del suo tempo a stretto contatto con Kageyama, pronto ad intervenire ad ogni evenienza. Dopo un iniziale periodo di nervosismo, Hinata cominciò a rilassarsi: aveva capito che Kageyama, in fondo, non era pericoloso come sembrava, cominciò anche a prendersi alcune libertà nel modo di parlargli, di rispondergli e di rivolgersi a lui in generale e Kageyama, nonostante fingesse di essere infastidito dalla cosa, lo trovava in realtà rinfrescante dopo una vita di persone che lo avevano guardato con terrore e deferenza. Kageyama aveva anche cominciato il suo incarico politico al senato in quel periodo. Non gli piaceva molto, avrebbe preferito tornare sul campo di battaglia, ma almeno così poteva continuare a fare il suo dovere per la città.
Rientrò a casa quella sera dopo una intera giornata al Senato e trovò il bagno già pronto. Hinata lo aiutò a spogliarsi e l'acqua calda lo accolse.
Nonostante all'inizio Kageyama avesse detto di non volere Hinata per per scopi sessuali, ultimamente la situazione era leggermente cambiata. Ogni volta che le dita di Hinata lo sfioravano per aiutarlo a cambiarsi sentiva una scintilla, ogni volta che lo aiutava a farsi il bagno doveva stare attento ad avere abbastanza schiuma che coprisse la parte inferiore del corpo. In qualità di padrone non avrebbe avuto problemi a ordinare a Hinata di concedersi a lui, ma ogni volta gli tornava in mente il suo volto spaventato del primo giorno, quando aveva temuto che Kageyama lo avesse comprato proprio per quello. Non voleva vedere di nuovo quell'espressione, non voleva ferirlo, ma lo desiderava e la situazione stava diventando insostenibile. Ogni giorno valutava più seriamente l'idea di tornare all'asta e prendere un nuovo schiavo prima di liberare Hinata e non doverlo più vedere, almeno sarebbe stato libero da quelle sensazioni contrastanti: il desiderio di distruggere quell'innocenza e il desiderio di mantenerla intatta e proteggerla.
"Testa sotto l'acqua", gli disse Hinata e Kageyama obbedì.
Hinata poi, seduto dietro di lui sul bordo della grande vasca di marmo nero, cominciò ad insaponargli i capelli, passando le dita tra i capelli nerissimi di Kageyama e massaggiandogli delicatamente lo scalpo. Le dita di Hinata erano ormai lontane dell'essere inesperte come erano state all'inizio, sapeva benissimo come muovesi per farlo rilassare. Kageyama reclinò indietro la testa e lasciò andare un sospiro di sollievo. Le dita di Hinata scesero a massaggiare il suo collo, poi le sue spalle, appoggiate al bordo della vasca e lasciate fuori dall'acqua.
"Brutta giornata?", gli chiese andando a lavorare piano su tutti i nodi nella muscolatura di Kageyama con attenzione, con dita agili e ormai esperte.
"Lunga", rispose Kageyama, rilassandosi a quel contatto. Chiuse gli occhi e si lasciò andare a quelle dita che avevano ormai imparato a conoscere il suo corpo.
"Dovresti entrare anche tu", gli disse improvvisamente Kageyama con voce totalmente rilassata, come se avesse bevuto troppo vino.
"Nella vasca?", gli chiese Hinata e Kageyama non aveva bisogno di voltarsi per vedere il sorriso sulle sue labbra.
"Sì, l'acqua è ancora calda"
"Me lo stai ordinando?", gli chiese ancora Hinata, ma la sua voce si era abbassata.
"Se ti dicessi di sì?"
"Non avrei altra scelta"
Sentì Hinata alzarsi in piedi alle sue spalle, sentì il fruscio della tunica leggera cadere a terra e lo spostamento d'aria da questa provocata. Kageyama dovette trattenersi per resistere alla tentazione di voltarsi. Per quante volte Hinata lo avesse visto nudo, Kageyama non aveva avuto lo stesso privilegio, ma solo gli dei sapevano quanto lo desiderasse.
Kageyama tenne la testa dritta davanti a sè anche quando sentì Hinata entrare nell'acqua accanto a lui. Senza timore era entrato alla sua sinistra, talmente vicino che la sua spalla sfiorava il braccio mozzato di Kageyama.
Hinata sparì per un secondo sotto l'acqua e riemerse con i capelli totalmente bagnati, li tirò all'indietro con le mani, scoprendo interamente il viso.
"Dovrei liberarti", disse all'improvviso Kageyama.
Hinata si bloccò per un momento. "Non faccio bene il mio lavoro?"
Kageyama scosse la testa. "Non è quello", abbassò lo sguardo e lo fissò sulle linee create sull'acqua dal movimento di Hinata.
"Vuoi mandarmi via? Ho sbagliato qualcosa?"
Kageyama scosse ancora la testa.
"E allora?"
Kageyama si voltò verso di lui, con la nocca della mano destra accarezzo il viso di Hinata. Hinata inclinò il viso verso il contatto. Aprì la mano per accogliere meglio il viso di Hinata, poi si sporse verso di lui e lo baciò.
Hinata ricambiò il bacio. Era goffo e inesperto, ma il petto di Kageyama si riempì oltre che di gioia anche di orgoglio al pensiero di essere stato lui a prendersi il primo bacio di Hinata.
Kageyama si allontanò e appoggiò la fronte a quella di Hinata, chiuse gli occhi.
"Non posso continuare ad essere il tuo padrone e fare una cosa del genere. Ti ho detto che non ti avevo preso per questo, ma non sono più in grado di mantenere la cosa", gli disse.
"Okay", gli rispose Hinata.
"Okay?"
"Okay, liberami", ripetè.
Kageyama sentì un pugno nello stomaco al pensiero di vederlo andare via, ma era la cosa giusta da fare.
"Anche se mi liberi", continuò Hinata. "Non ho alcuna intenzione di andarmene"
Kageyama alzò la testa di scatto, rischiando anche di dare una capocciata a Hinata nel processo. "Dici sul serio?"
Hinata annuì. "Non posso andare via, saresti totalmente perso senza di me"
Kageyama sorrise, appoggiò di nuovo la fronte alla sua. "Sì, totalmente perso", ripetè.
Fandom: Haikyuu
Missione: M3 - differenza d’età + ff/safe
Parole: 2222
Rating: safe
Note: tw - personaggio con amputazione.
Kageyama si sitemò meglio sulle spalle il mantello color porpora, il colore dei soldati. Non sapeva per quanto ancora l'avrebbe potuto indossare a buon diritto. Si guardò un attimo allo specchio per assicurarsi che il suo braccio sinistro fosse interamente coperto dal mantello, poi uscì di casa, dando ordine ai suoi schiavi di preparare il rituale di purificazione per quando fosse tornato.
Era una mattinata dal cielo grigio, si respirava l'odore di pioggia nell'aria e le temperature si erano abbassate drasticamente nell'ultimo mese, da quando era finalmente tornato a casa. Nonostante fosse già passato del tempo il suo sonno era ancora leggero, in allerta per ogni possibile minaccia e ancora non si era abituato a svegliarsi la mattina nel suo letto, tra lenzuola che profumavano ancora vagamente di cenere, non dopo anni di tende luride e giacigli duri e scomodi.
Kageyama raggiunse il foro e cominciò a navigare agilmente tra la folla. Aveva ben chiaro in mente dove dovesse andare. Superò la zona del mercato e quella dei processi e arrivò alla zona più interna del mercato, quella dove a ogni giorno di calenda, si teneva l'asta degli schiavi arrivati direttamente da Delo.
Non pensava sarebbe mai arrivato il giorno in cui si sarebbe trovato a comprare uno schiavo che si occupasse di lui: aveva sempre considerato deboli gli uomini che vi facevano ricordo, come se non fossero in grado di badare a sè stessi, e invece ora eccolo lì, a non avere altra scelta se non quella. Il pensiero che quello stupidissimo braccio sinistro lo stesse costringendo ad andare contro tutti i suoi principi lo faceva andare su tutte le furie.
Quando Kageyama raggiunse il palco, l'asta era già cominciato. Gli schiavi già comprati erano accatastati alla destra del palco, dove i loro nuovi padroni potevano ispezionarli in ogni dettaglio prima di versare quanto pattuito ai trafficanti. Kageyama si mimetizzò tra la folla e osservò nei dettagli come funzionasse il tutto. Il banditore faceva fare un passo avanti ad uno degli schiavi ammucchiati sul lato sinistro del palco con le catene ai polsi, lo faceva girare su sè stesso mentre ne elencava le qualità e stabiliva il prezzo il partenza, poi cominciava l'asta vera e propria. Il banditore fece venire avanti un paio di ragazzi molto ben piazzati, avevano spalle larghe e braccia muscolose. Vennero presentati come perfetti per il lavori pesanti, ma non erano quello che Kageyama stava cercando. L'asta su di loro fu feroce e, come era prevedibile, il prezzo schizzò alle stelle in un lampo. Alla fine se li accaparrò un nobile che cercava giovani prestanti da mettere a lavorare nella sua tenuta di campagna.
Kageyama rimase a guardare l'asta fin quasi alla fine, quando ormai i più quotati erano già stati venduti. Il banditore chiamò in avanti quello che sembrava a tutti gli effetti un ragazzino, non poteva avere più di sedici anni. Aveva capelli rossi e un fisico esile e mingherlino e si vedeva che il venditore l'aveva tenuto alla fine, quando il foro era ormai meno affollato, proprio per la sicurezza che non ci avrebbe fatto molti soldi. Sembrava esattamente ciò che Kageyama stava cercando. Alzò il braccio e fece la sua offerta. Nessuno provò a ribatterla. Kageyama era appena diventato il proprietario di quel giovane.
Si diresse verso il lato del palco, dove il ragazzo era stato spedito dal banditore. L'addetto gli slegò le mani e il ragazzo cominciò a massaggiarsi i segni rossi che le catene avevano lasciato sulla sua pelle colorata dal sole. Kageyama si prese un momento per esaminarlo con calma. Sembrava leggermente sottopeso, ma per il resto sembrava essere in buona salute, così pagò la cifra concordata.
Uno dei trafficanti gli chiese se dovesse marchiare a fuoco il ragazzo, era un servizio che offrivano e non avrebbe dovuto pagare alcun sovrapprezzo per ottenerlo. Kageyama vide il ragazzo rabbrividire e stringersi nelle spalle.
"Non sarà necessario", rispose Kageyama.
Dopodichè fece cenno al ragazzo di seguirlo e cominciò a camminare per il foro, per la stessa strada da cui era venuto. Rispetto a quella mattina c'era molto meno affollamento, e Kageyama potè camminare con più tranquillità. Ogni tanto si voltava indietro, per assicurarsi che il ragazzo lo stesse veramente seguendo. Solo quando furono usciti dal foro Kageyama gli rivolse la parola.
"Come ti chiami?"
"Hinata", gli rispose quello con voce leggermente tremante.
"Io sono Kageyama", si presentò a sua volta.
Cercò qualcos'altro da dire per cercare di mettere il ragazzo a proprio agio, ma in quel momento sembrava terrorizzato anche dalla sua ombra e Kageyama non era mai stato bravo a confortare la gente, così optò per il silenzio. Hinata camminava nervosamente accanto a lui adesso, continuando a massaggiarsi i polsi. Ogni tanto sembrava che stesse per dire qualcosa, ma scegliesse ogni volta di non farlo.
"Parla", gli disse Kageyama leggermente spazientito all'ennesima volta.
"Posso farti una domanda?"
"Dimmi"
"Perchè hai scelto me? Cioè... rispetto agli altri... Cos- Cosa dovrò fare in casa?", chiese Hinata con voce tremante e evitando il suo sguardo.
Kageyama spostò il mantello per permettere a Hinata di vedere cosa ci fosse sotto il suo mantello. Il braccio sinistro di Kageyama era mozzato poco sotto la spalla.
"Oh", disse solo Hinata, prima di abbassare nuovamente lo sguardo.
"E' successo in guerra un paio di mesi fa", spiegò Kageyama. "Adesso ho qualche problema nel fare alcune azioni quotidiane, come vestirmi o mettere il mantello. Mi servirà aiuto per questo genere di cose.
Hinata annuì e Kageyama gli vide tirare un sospiro di sollievo.
"Credi sarà più facile così rispetto ad essere uno di quegli schiavi occupati nelle faccende di casa?", gli chiese Kageyama quasi con tono di sfida, alzando un sorpacciglio.
"Oh, no, no, assolutamente!", si affrettò a rispondere Hinata, agitando le mani in segno di diniego davanti a sè. "E' solo che... gli altri avevano detto che con il mio fisico sarei stato comprato solamente per-", arrossì di colpo e non riuscì a completare la frase.
"Per scopi sessuali?", concluse per lui Kageyama.
Hinata annuì senza alzare lo sguardo. Kageyama fece passare lo sguardo sul corpo di Hinata. Non era una teoria del tutto campata in aria, molti lo avrebbero trovato attraente e comprato solo per quel motivo.
"Non hanno torno di base", gli disse Kageyama, che non aveva alcuna intenzione di indorargli la pillola su come andassero le cose nel mondo. "Ma no, non sarà quello il tuo compito".
Hinata annuì e si rilassò leggermente. Camminarono in silenzio fino a raggiungere la domus, dove gli altri schiavi di Kageyama avevano già preparato tutto per la purificazione del nuovo schiavo prima che questo entrasse in casa.
Hinata venne spogliato nel cortile davanti alla casa e Kageyama gli versò sulla testa dell'acqua, poi Hinata venne scortato dagli altri schiavi nel bagno della casa, dove una vasca di acqua calda e aromatizzata alla rosa era già stata preparata. Hinata venne lavato e gli venne fornita una nuova tunica per sostituire quella ormai logora che gli avevano fornito i trafficanti. Hinata venne poi accompagnato nella sua nuova stanza: in qualità di servo personale del signore avrebbe dormito nell'anticamera delle stanze di Kageyama. Kageyama aveva dato ordine che le camere venissero preparare prima di uscire.
Kageyama lasciò che Hinata si rilassasse per quella prima sera. Diede ordine che la cena gli venisse recapitata in camera e che gli fosse fornita una tazza di latte caldo da bere prima di andare a dormire. Era incuriosito da quel ragazzino. Si chiedeva come fosse finito a fare lo schiavo, ma aveva la sensazione che quel primo giorno fosse stato già abbastanza ricco di eventi. La curiosità di Kageyama poteva aspettare.
Hinata, nei mesi che seguirono, si adattò bene il suo lavoro. Si occupava principalmente di aiutare Kageyama a vestirsi la mattina e svestirsi la sera, lo aiutava a fare il bagno, a mettere i documenti nell'ordine più funzionale per lavorare e altri compiti di quel tipo. L'unica restrizione che aveva era quella di dover passare la maggior parte del suo tempo a stretto contatto con Kageyama, pronto ad intervenire ad ogni evenienza. Dopo un iniziale periodo di nervosismo, Hinata cominciò a rilassarsi: aveva capito che Kageyama, in fondo, non era pericoloso come sembrava, cominciò anche a prendersi alcune libertà nel modo di parlargli, di rispondergli e di rivolgersi a lui in generale e Kageyama, nonostante fingesse di essere infastidito dalla cosa, lo trovava in realtà rinfrescante dopo una vita di persone che lo avevano guardato con terrore e deferenza. Kageyama aveva anche cominciato il suo incarico politico al senato in quel periodo. Non gli piaceva molto, avrebbe preferito tornare sul campo di battaglia, ma almeno così poteva continuare a fare il suo dovere per la città.
Rientrò a casa quella sera dopo una intera giornata al Senato e trovò il bagno già pronto. Hinata lo aiutò a spogliarsi e l'acqua calda lo accolse.
Nonostante all'inizio Kageyama avesse detto di non volere Hinata per per scopi sessuali, ultimamente la situazione era leggermente cambiata. Ogni volta che le dita di Hinata lo sfioravano per aiutarlo a cambiarsi sentiva una scintilla, ogni volta che lo aiutava a farsi il bagno doveva stare attento ad avere abbastanza schiuma che coprisse la parte inferiore del corpo. In qualità di padrone non avrebbe avuto problemi a ordinare a Hinata di concedersi a lui, ma ogni volta gli tornava in mente il suo volto spaventato del primo giorno, quando aveva temuto che Kageyama lo avesse comprato proprio per quello. Non voleva vedere di nuovo quell'espressione, non voleva ferirlo, ma lo desiderava e la situazione stava diventando insostenibile. Ogni giorno valutava più seriamente l'idea di tornare all'asta e prendere un nuovo schiavo prima di liberare Hinata e non doverlo più vedere, almeno sarebbe stato libero da quelle sensazioni contrastanti: il desiderio di distruggere quell'innocenza e il desiderio di mantenerla intatta e proteggerla.
"Testa sotto l'acqua", gli disse Hinata e Kageyama obbedì.
Hinata poi, seduto dietro di lui sul bordo della grande vasca di marmo nero, cominciò ad insaponargli i capelli, passando le dita tra i capelli nerissimi di Kageyama e massaggiandogli delicatamente lo scalpo. Le dita di Hinata erano ormai lontane dell'essere inesperte come erano state all'inizio, sapeva benissimo come muovesi per farlo rilassare. Kageyama reclinò indietro la testa e lasciò andare un sospiro di sollievo. Le dita di Hinata scesero a massaggiare il suo collo, poi le sue spalle, appoggiate al bordo della vasca e lasciate fuori dall'acqua.
"Brutta giornata?", gli chiese andando a lavorare piano su tutti i nodi nella muscolatura di Kageyama con attenzione, con dita agili e ormai esperte.
"Lunga", rispose Kageyama, rilassandosi a quel contatto. Chiuse gli occhi e si lasciò andare a quelle dita che avevano ormai imparato a conoscere il suo corpo.
"Dovresti entrare anche tu", gli disse improvvisamente Kageyama con voce totalmente rilassata, come se avesse bevuto troppo vino.
"Nella vasca?", gli chiese Hinata e Kageyama non aveva bisogno di voltarsi per vedere il sorriso sulle sue labbra.
"Sì, l'acqua è ancora calda"
"Me lo stai ordinando?", gli chiese ancora Hinata, ma la sua voce si era abbassata.
"Se ti dicessi di sì?"
"Non avrei altra scelta"
Sentì Hinata alzarsi in piedi alle sue spalle, sentì il fruscio della tunica leggera cadere a terra e lo spostamento d'aria da questa provocata. Kageyama dovette trattenersi per resistere alla tentazione di voltarsi. Per quante volte Hinata lo avesse visto nudo, Kageyama non aveva avuto lo stesso privilegio, ma solo gli dei sapevano quanto lo desiderasse.
Kageyama tenne la testa dritta davanti a sè anche quando sentì Hinata entrare nell'acqua accanto a lui. Senza timore era entrato alla sua sinistra, talmente vicino che la sua spalla sfiorava il braccio mozzato di Kageyama.
Hinata sparì per un secondo sotto l'acqua e riemerse con i capelli totalmente bagnati, li tirò all'indietro con le mani, scoprendo interamente il viso.
"Dovrei liberarti", disse all'improvviso Kageyama.
Hinata si bloccò per un momento. "Non faccio bene il mio lavoro?"
Kageyama scosse la testa. "Non è quello", abbassò lo sguardo e lo fissò sulle linee create sull'acqua dal movimento di Hinata.
"Vuoi mandarmi via? Ho sbagliato qualcosa?"
Kageyama scosse ancora la testa.
"E allora?"
Kageyama si voltò verso di lui, con la nocca della mano destra accarezzo il viso di Hinata. Hinata inclinò il viso verso il contatto. Aprì la mano per accogliere meglio il viso di Hinata, poi si sporse verso di lui e lo baciò.
Hinata ricambiò il bacio. Era goffo e inesperto, ma il petto di Kageyama si riempì oltre che di gioia anche di orgoglio al pensiero di essere stato lui a prendersi il primo bacio di Hinata.
Kageyama si allontanò e appoggiò la fronte a quella di Hinata, chiuse gli occhi.
"Non posso continuare ad essere il tuo padrone e fare una cosa del genere. Ti ho detto che non ti avevo preso per questo, ma non sono più in grado di mantenere la cosa", gli disse.
"Okay", gli rispose Hinata.
"Okay?"
"Okay, liberami", ripetè.
Kageyama sentì un pugno nello stomaco al pensiero di vederlo andare via, ma era la cosa giusta da fare.
"Anche se mi liberi", continuò Hinata. "Non ho alcuna intenzione di andarmene"
Kageyama alzò la testa di scatto, rischiando anche di dare una capocciata a Hinata nel processo. "Dici sul serio?"
Hinata annuì. "Non posso andare via, saresti totalmente perso senza di me"
Kageyama sorrise, appoggiò di nuovo la fronte alla sua. "Sì, totalmente perso", ripetè.